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Pomezia, i disabili contano meno degli orti urbani: approvato emendamento che dirotta i fondi destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche

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E’ stato un consiglio comunale che resterà nella storia della politica di Pomezia, quello di ieri 16 marzo. Tra dimissioni, sfiduce, contemporaneità di sedute (nella sospensione di qualche minuto del consiglio si è svolta una seduta che ha visto la giunta approvare un atto di indirizzo per la pianificazione industriale del “Comparto A”), attacchi, accuse, veleni e molto altro, c’è stato un emendamento, proposto dalla maggioranza, che oggi sta facendo gridare allo scandalo centinaia di disabili e le loro famiglie: i 120 mila euro destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla realizzazione di marciapiedi, opere di viabilità e parcheggi sono stati cancellati dal bilancio e destinati alla realizzazione di orti urbani e dell’acquisto di attrezzature per la realizzazione di un rifugio per gli animali abbandonati.

La suddivisione è questa: 100 mila euro per l’acquisto delle attrezzature, 20 mila per gli orti urbani.

Partendo dal presupposto che sia giustissimo trovare una sistemazione a tutti quegli animali abbandonati che ora sono stati trasferiti fuor Comune a seguito dei problemi sorti nel canile Alba Dog, era necessario toglierli dalle opere che avrebbero reso un po’ meno difficile ai disabili?

E gli orti urbani… davvero sono tra le priorità di questo Comune, i cui problemi sono sotto gli occhi di tutti, dalle strade disastrate alle periferie abbandonate?

L’emendamento, valido a tutti gli effetti, visto che il bilancio è stato approvato, avrà i suoi effetti anche se il consiglio è stato sciolto dopo poche ore.

Questa scelta lascia davvero perplessi. Certo passa in secondo piano a causa del maremoto che ha travolto ieri quelle che una volta erano le tranquille acque di un’amministrazione coesa e apparentemente destinata a non essere scalfita (né tantomeno “abbattuta”) da alcunché, ma è sicuramente grave vedere che i bisogni di chi è più fragile siano meno importanti della coltivazione di pomodori e insalatine. 

Chissà che ne penseranno gli elettori, tra poco più di due mesi, di questa strana scala di priorità.

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