Home » Ambiente » Pomezia, la Regione dà l’ok a Cogea: ma il vincolo resta il ‘Jolly’ dei cittadini

Pomezia, la Regione dà l’ok a Cogea: ma il vincolo resta il ‘Jolly’ dei cittadini

Pubblicato il

L’impianto Cogea, ovvero il progetto che potrebbe portare a Pomezia almeno 60mila tonnellate l’anno di rifiuti, ha incassato il Via favorevole (qui tutta la documentazione contenuta nel bollettino ufficiale della Regione Lazio dello scorso 20 luglio – Parole da ricercare: “supplemento 2, Bur 2017-58-2”) – la valutazione di impatto ambientale – della Regione Lazio per la sua realizzazione nella campagna di Tor Maggiore a Santa Palomba. Un nuovo passo in avanti dunque verso la realizzazione di un impianto che tanto ha fatto e sta facendo discutere; ma se per la politica, o almeno per una sua parte, questo progetto sembrerebbe non contenere “controindicazioni”, per i cittadini, movimenti e associazioni – e da maggio scorso anche per il Ministero dei Beni culturali – le contraddizioni ci sono eccome. Tutto gira allora intorno proprio alla proposta di vincolo paesaggistico, una sorta di Jolly alla resa dei conti, che potrebbe davvero rappresentare l’ancora di salvezza per un intero territorio.

La foschia burocratica intorno al ‘Biogas’

Ma la questione Cogea va oltre le tappe burocratiche che il progetto sta attraversando. Continua a sussistere infatti una profonda contraddizione sul tema ‘Biogas’: se infatti l’amministrazione di Pomezia ha esultato nei mesi scorsi per la ‘riduzione’ dell’affaire Cogea da ‘Biogas’ a “impianto di compostaggio”, proprio il ‘Biogas’ continua ad essere menzionato negli atti ufficiali.

Spulciando infatti l’atto menzionato in apertura ecco tornare lo spettro dell’ormai famosissimo “secondo stralcio funzionale”: “La sezione di trattamento anaerobico con produzione di biogas – si legge – potrà essere oggetto invece di un futuro 2° stralcio funzionale, sempre se l’opera risulterà compatibile con il RIR del Comune di Pomezia”, scrive la Regione Lazio nella determinazione con cui Cogea, di fatto, sarebbe già stata autorizzata in assenza del vincolo. Ecco allora che, proprio le parole del Comune – “Siamo riusciti a scongiurare la realizzazione della centrale biogas”, sembrerebbero stridere con quanto appena letto, sebbene la questione ‘biogas’ sia comunque rimandata ad un tempo futuro non ben specificato. 

Ad ogni modo, è bene ricordare come la presa di posizione dei cittadini, specie quelli di Santa Palomba considerando che la questione sembrerebbe non aver scaldato troppo i cuori del resto di Pomezia, nonché delle associazioni ambientalistiche, era stata netta sin da subito: no a Cogea in ogni caso, con o senza ‘Biogas’

Il motivo? Un’ovvia, vien da dire, preoccupazione per una struttura a vocazione industriale – in una zona dove gli impianti a forte impatto ambientale di certo non mancano, con alcuni di essi a pochissima distanza dal centro abitato o dalle scuole – che sarà chiamata a smaltire circa 60.000 mila tonnellate di rifiuti all’anno, con in più i dubbi sulla tipologia dei rifiuti stessi che Cogea tratterà. Per i residenti e per i movimenti di salvaguardia dell’ambiente, con in testa Latium Vetus e No Biogas Pomezia, si tratterebbe di materiali che andrebbero oltre i rifiuti urbani di matrice organica menzionati dal Comune,  i cosiddetti C.E.R. (ovvero i codici identificativi dei rifiuti, ndr) che Cogea andrebbe a lavorare: in pratica non i 3-4 identificativi che è possibile individuare in altri impianti di compostaggio ma oltre 20, tra cui fanghi, ceneri e scorie di impianti industriali di vario tipo, il monito lanciato in questi mesi. 

L’ago della bilancia: un vincolo…che va oltre Cogea

Quale sarà allora il destino di Cogea? L’ago della bilancia è rappresentato dunque dal vincolo intitolato “Ambito delle tenute storiche di Torre Maggiore, Valle Caia e altre della Campagna Romana”, con il quale lo Stato italiano scende in campo ed ha avviato l’iter per il riconoscimento, dopo il vincolo “Bondi” ratificato nel 2010 a tutela dell’Agro Romano meridionale nel Comune di Roma, di una vasta area di notevole interesse pubblico sui territori di Pomezia ed Ardea tra via dei Castelli Romani, Santa Palomba, Tor di Bruno e ancora oltre, fino a via di Montagnanello e al confine comunale fra Ardea ed Aprilia (a tal proposito è stata anche lanciata un’importante campagna di raccolta firme a sostegno proprio del vincolo).

Ad ogni modo, qualora il vincolo venisse confermato, il territorio verrebbe salvaguardato anche da altri impianti a forte impatto ambientale (e non dimentichiamoci che Pomezia fatica ancora a riprendersi dall’incidente Eco-X), come quello della centrale a ‘Biogas’ Suvenergy prevista nel quartiere Pescarella ad Ardea, sul quale però anche il Comune ed il neo Sindaco Saverese hanno espresso una netta contrarietà (del resto la stessa amministrazione rutula si era schierata con forza a difesa del vincolo stesso a differenza dei “colleghi di partito” di Pomezia dove la risposta è stata molto più tiepida e non è andata oltre la pubblicazione di un comunicato sul sito istituzionale), ed un altro previsto in località Caronti, per il trattamento di altre 30mila tonnellate di spazzatura. 

 

 

 

 

Impostazioni privacy