Home » News » Pozzi a cielo aperto all’Insugherata: escursionisti e bambini a rischio. L’allarme dei volontari

Pozzi a cielo aperto all’Insugherata: escursionisti e bambini a rischio. L’allarme dei volontari

Pubblicato il

Dal fondo della cavità profonda sei metri guardava con occhi tristi l’apertura senza avere la possibilità di risalire lungo le pareti. E’ successo esattamente un mese fa. Il cane, uno splendido giovane esemplare di pastore maremmano, era caduto accidentalmente in un pozzo artesiano all’interno della Riserva dell’lnsugherata a Roma il 17 novembre scorso. Furono i vigili del fuoco delle Squadre 8A del Distaccamento di Monte Mario che utilizzando un treppiede riuscirono a riportarlo in superficie. Molto spaventato, ma in buone condizioni. Una bella storia a lieto fine. Il cagnolino è stato davvero molto fortunato. Peccato che nel frattempo nessun intervento serio sia stato effettuato negli ultimi trenta giorni per sanare una situazione che mette a rischio l’incolumità non solo degli animali, ma anche dei frequentatori della Riserva.
Nonostante le ripetute segnalazioni inoltrate da un gruppo di attivisti alla Municipale nulla è cambiato fino ad oggi. La zona, come appare chiaramente dalle foto che sono state inviate al nostro giornale, è stata “protetta” in modo rudimentale con cassette di plastica e nastri segnaletici di recinzione. Ma il pericolo, evidentemente, permane. E non è affatto trascurabile. I pozzi artesiani infatti sono due e sono entrambi profondi tra i 5 e i 6 metri. Abbastanza per rompersi l’osso del collo.
“Qui siamo vicino alla via Francigena – denuncia Piero, 52 anni – volontario ambientale – girano escursionisti, turisti, girano famiglie con bambini – La segnalazione alle Guardie Parco l’abbiamo fatta un mese fa. Ma i dipendenti della Riserva hanno dichiarato che la faccenda esula dalle loro competenze. Un paio di giorni fa abbiamo allertato i vigili del fuoco che sono intervenuti affermando tuttavia che non potevano fare altro che segnalare la situazione alla Municipale. E’ evidente – prosegue il volontario – che la copertura delle due cavità con la rete di plastica non risolve nulla. Due giorni fa abbiamo chiamato il 112 che ha inoltrato la chiamata alla Municipale. Giunti sul posto, gli agenti ci hanno assicurato che tutto sarebbe stato sistemato entro la giornata del 14 dicembre, cioè ieri. Ovviamente – dice l’uomo costernato – come accade sempre a Roma – niente è stato fatto. Il solito rimpallo. Nessuno si sente responsabile di questa situazione. Una cosa è certa – conclude Piero – qualcuno deve intervenire qua. E deve farlo in fretta, prima che accada il fattaccio”.

Rosanna Sabella

Impostazioni privacy