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L’addio al 2020: pensiero magico o consapevolezza?

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2020

E’ stato un anno difficile che ha toccato tutti gli aspetti della vita: la salute, le relazioni, l’economia, la società e il mondo intero.

Per mesi tutti i mezzi di comunicazione hanno riportato le stesse notizie innescando vere e proprie nevrosi, il delirio ha raggiunto livelli pericolosi manifestandosi con comportamenti di apatia prima e aggressività dopo. Niente viaggi, niente feste, divieti di ogni genere.

Siamo giunti agli ultimi giorni del 2020 e in molti abbiamo sperato passasse in fretta, portandosi dietro la negatività degli eventi ormai noti.

Un modo di ragionare che in psicologia si definisce “pensiero magico” ossia, un tipo di pensiero che collega due eventi senza alcun senso logico, alla base di molte credenze e superstizioni, ad esempio: se si rompe lo specchio saranno 7 anni di disgrazie.

Ad oggi, il nostro pensiero magico è: passato quest’anno brutto, ci lasceremo tutto alle spalle.

Speranza o illusione?

C’è una netta differenza tra speranza e illusione, e può cambiare l’approccio che abbiamo verso la vita, e di conseguenza del benessere o malessere psicofisico.

L’illusione nasce dal bisogno di negare a noi stessi la realtà del momento che stiamo vivendo, perché troppo angosciosa. Essa comporta sempre una delega a qualcuno o qualcosa, ad esempio una divinità.

Illudendoci ci alleggeriamo delle nostre responsabilità, e allo stesso tempo crediamo di poter controllare tutto seguendo il flusso delle notizie e scegliendo quelle che confermano i nostri pregiudizi;

La speranza invece, è consapevolezza che tutto ciò che potrebbe dipendere anche da noi può essere migliorato, ma c’è bisogno di tempo e di collaborazione.

In questo modo riconosciamo i limiti delle nostre possibilità e confidiamo nel fatto che solo insieme agli altri si potrà raggiungere un risultato soddisfacente.

Se è vero che credere in qualcosa può alleviare le nostre ansie, è pur vero che vedere e accettare la realtà non vuol dire attendere che le cose cambino da sé, ma può essere uno stimolo per metterci all’opera e in cammino alla ricerca di una via di uscita, cercando di mantenere la calma.

A noi la scelta.

Lasciamo andare

Esistono situazioni che non possiamo gestire o controllare, e quest’anno ci ha insegnato abbastanza in proposito; la vita non cambia allo scadere di un anno, quel che siamo oggi lo saremo anche domani e se non possiamo cambiare l’andamento delle cose (come la pandemia in atto) proviamo a modificare il nostro atteggiamento psicologico verso gli eventi.

Lasciamo andare la lotta del singolo contro il sistema politico mondiale: i nostri post Facebook non fanno altro che aumentare la nostra rabbia; non cambieremo così il corso degli eventi.

Lasciamo andare la vicina che la pensa diversamente: non possiamo aspettarci né pretendere di cambiare il pensiero degli altri così facilmente; d’altra parte anche noi dobbiamo essere pronti a rivedere le nostre convinzioni e le nostre abitudini alla luce di nuove scoperte o nuove tecnologie.

Lasciamo andare gli altri che si mostrano felici o infelici: a noi cosa cambia?

Pensiamo a noi

Non aspettiamo il primo Gennaio per pensare a noi stessi, facciamolo da subito!

Pensiamo alle nostre relazioni, alla famiglia.

Pensiamo al nostro lavoro continuamente colpito, teniamo duro e restiamo aggrappati al timone.

Pensiamo ai nostri sogni, alle passioni, pensiamo ai progetti.

Auguriamoci di lasciare andare quello che non fa parte della nostra vita, le persone che non ci fanno sorridere, le chiacchiere, i pensieri altrui.

Auguriamoci di restare centrati nella nostra vita, e proteggiamola. Saranno solo le premesse per poter tornare a stare bene insieme con gli altri

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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