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Natale Covid: la privazione aumenta l’amore?

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Natale Covid
“Quest’anno si è presentato come il Dio comanda” direbbe Eduardo De Filippo in Natale in casa Cupiello.
Per noi italiani invece, il Natale si presenterà come il Governo comanda, con le nuove regole anti-contagio ormai rese note da qualche giorno; e di consueto, una parte di cittadini è d’accordo, mentre l’altra no.
Nulla di nuovo.
L’anomalia che vorrei cogliere in quest’altro capitolo del comportamento sociale sotto pandemia, è il bisogno incontrollabile di stare insieme a tutta la famiglia, condomini, portiere e dirimpettai compresi.
Cosa ci sta accadendo?

Dubbio amletico
La domanda che ci facciamo quest’anno è: se nei Natali scorsi ci siamo stressati e amareggiati per l’obbligo di dover stare insieme ai parenti per tutta la durata delle feste, perché quest’anno ci preoccupiamo per il motivo opposto e vogliamo ardentemente stare assieme anche ai parenti di terzo grado?
Ci stiamo rendendo conto di quanto siamo legati ai nostri affini, o la privazione fa scattare in noi un senso di ribellione?

La privazione
E’ la mancata soddisfazione di un bisogno ritenuto indispensabile, ha luogo in un arco di tempo limitato e i suoi effetti possono ripercuotersi, talvolta, in modo irreversibile, con conseguenze più o meno rilevanti a seconda di quello che venuto a mancare.
Immaginiamo di aver iniziato una dieta, passiamo davanti ad una pasticceria e quel dolcetto esposto in vetrina, soffice e zuccheroso capace di aumentare l’attività delle ghiandole salivari, ci mette in tensione tanto da sentire i morsi della fame. Molto probabilmente, prima di iniziare la dieta nemmeno avremmo notata la vetrina della pasticceria.
Immaginiamo ora quanta tensione possa nascere dalla privazione della libertà di muoverci durante le feste: il Covid ci sta negando la magia del Natale, e siamo molto arrabbiati.

Dalla malinconia alla rabbia
Nel periodo natalizio moltissime persone sperimentano quella che viene chiamata “malinconia del Natale”.
L’atmosfera festosa, le luci per strada, l’ansia di dover essere allegri per forza e partecipare a cene e veglioni di cui magari non si ha voglia.
I motivi principali sono però da ricercare a livello profondo: solitudine, lutti, difficoltà economiche.
Anche questo Natale potremmo andare incontro a sintomi simili, con la differenza che probabilmente daremo colpa agli eventi che ci stanno cambiando la vita ormai da 9 mesi.
Nella sostanza credo che cercheremo nel Covid e nei provvedimenti del Governo lo sfogo alle nostre ansie e frustrazioni di sempre, aggravate dall’incertezza sul futuro. Il mio suggerimento in proposito è di lasciare a casa questa rabbia e questi pensieri: sforzarsi di pensare in positivo se non altro migliorerà un po’ il nostro umore e il modo di vivere le feste, rendendoci più disponibili a stare con gli altri. Inoltre, può essere un buon auspicio per augurarsi di passare un 2021 un po’ meno complicato e faticoso di questo bisestile che sembra non finire mai.

Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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