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Selfie con il morto

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IL SELFIE DELLA DISCORDIA

Nella settimana scorsa i nostri social sono stati invasi dal selfie di Maria De Filippi nella camera ardente dove era esposta la salma di Maurizio Costanzo. L’opinione pubblica come sempre, si è divisa in due: poteva rifiutare/non poteva rifiutare.

Io stessa mi sono ritrovata a discutere con alcuni utenti che la pensavano diversamente da me, riporto alcuni commenti lasciati sotto il mio post: “la signora poteva dire no”, “colpa dei programmi trash che conduce”, “evidentemente non gliene fregava niente del marito”.

Nessuno ha menzionato chi quel selfie l’ha chiesto. Pare che a noi tutti piaccia un po’ “giudicare” i comportamenti altrui, dando la responsabilità alla pallottola e non a chi ha premuto il grilletto.

SELFIE CON IL MORTO

In questo articolo non farò un’arringa in difesa di un personaggio televisivo, il mio intento è riportare alcuni fatti accaduti nel passato a dimostrazione che di fronte a nuovi accadimenti tendiamo a dimenticare situazioni simili, per il gusto di polemizzare per sfogo personale.

Pino Daniele

Muore il 4 Gennaio 2015, la famiglia decide di chiudere anticipatamente la camera ardente. I giornali riportano: “La famiglia è sconvolta perché qualcuno ha fatto una foto alla salma di Pino Daniele e l’ha messa su internet”. A dirlo il musicista Enzo Gragnaniello, amico storico del cantautore napoletano, fuori dell’obitorio del Sant’Eugenio di Roma. “È una cosa bruttissima – ha aggiunto – una mancanza di rispetto. Rappresenta un sacrilegio per chiunque cattolico”.

Diego Armando Maradona

Muore il 25 Novembre 2020, in quel caso fanno di meglio e pubblicano la foto con la salma nella bara. I giornali riportano: “tre dipendenti dell’impresa delle pompe funebri incaricata dei funerali di Diego Armando Maradona si sono fotografati insieme alla salma del Pibe de Oro, con tanto di pollice in su per immortalare il ricordo”.

Joseph Ratzinger

Muore il 31 Dicembre 2022, e chi arriva a San Pietro per l’ultimo saluto sembra più interessato a un souvenir alternativo piuttosto che a una preghiera. I giornali riportano: “Il telefono aperto sulla fotocamera frontale pronto a scattare. E nel momento in cui il corpo del Pontefice si intravede, il selfie è pronto per essere subito mandato ad amici e parenti”.

Non solo personaggi famosi e Papi

– Daniela Poggiali: infermiera in RSA si fa selfie con una nonnina deceduta.

– Pesaro: una ragazza fotografa la nonna deceduta e ne diffonde l’immagine sui social.

– Modella e influencer: dopo essersi specchiata e aver controllato che il trucco e i capelli fossero a posto, si è messa in posa, glamour come sempre, con un broncio tra il sexy e il dispiaciuto, ha scattato inquadrando il padre alle sue spalle e ha pubblicato, aggiungendo una didascalia che recita “Papà … riposa in pace”, con tanto di cuore spezzato e faccine piangenti”.

COSA STA SUCCEDENDO?

Che la foto sia scattata al defunto o alla vedova di un defunto cambia poco, alla base c’è l’assenza di empatia e la rottura di ogni confine civile. La moda del selfie con il morto ci dice quanto la società stia andando verso la spettacolarizzazione di sé stessi, una corsa a chi mostra prima e mostra meglio.

Riporto alcuni passaggi di un post pubblicato da Michele Dalai, che ci conferma la corsa allo “scoop social”: Sono in treno con il tizio che si è fotografato con Maria De Filippi. Lo so perché continua a parlarne al telefono tra un ‘voglio morire’, un ‘non mangio più’ e una risata. […] In due ore di viaggio ha affrontato mille temi e fatto seimila ipotesi sulle cose mirabolanti che potrebbero accadergli, per esempio grazie a un suo amico dirigente delle Poste sa che non deve rispondere a domande di Striscia la Notizia né a quelle delle Iene. In tutto ciò nemmeno per un secondo ha detto di aver fatto una stronzata. Non una volta. Ora però dice che non ha mai avuto tante visualizzazioni. Tante care cose a tutti, scendo dal treno. Scendo”.

LA PSICOLOGIA DELL’ORRORE

La società corre veloce, le quotidianità sono vissute in affanno tra mille impegni e ci ritroviamo a non vederci più: nessuno vede nessuno. E allora come ci insegnano gli adolescenti cosa possiamo fare? Assumere atteggiamenti estremi quasi come un urlo tra la folla. Noi adulti non ci vestiamo con jeans strappati, non mettiamo trucchi e ascoltiamo musica a palla.

Noi adulti postiamo sui social vite bellissime, selfie sensazionali… anche con un morto. Poco importa. Ora ci sono i like! Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it  Vi aspetto.

Dott.ssa Sabrina Rodogno

Psicostress

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