Roma Capitale starebbe valutando l’ipotesi dei rimpatri dei nomadi per risolvere l’annosa questione delle baraccopoli presenti sul territorio comunale. Un viaggio di sola andata dal costo cospicuo: un bonus fino a 10mila euro per lasciare la città. A parlarne è stato oggi il Messaggero nell’edizione cartacea in un servizio a firma di Lorenzo De Cicco.
“Ai nomadi stranieri – si legge nell’articolo – in sostanza verrebbe offerto il biglietto aereo e l’affitto pagato per un paio d’anni nel paese di origine, oppure in alternativa un assegno una tantum (fino a 10mila euro) per liquidare la pratica. La misura è stata discussa in una serie riunioni tra i funzionari comunali e i dirigenti della Polizia locale. Certo è che la strategia sui nomadi della giunta grillina deve cambiare, dopo il flop della fase 1 del piano annunciato prima dell’estate dalla sindaca Virginia Raggi”.
Come funzionerebbe il rimpatrio? Il rientro nel proprio paese d’origine deve essere volontario e le procedure verrebbero finanziate con fondi europei tramite il Pon, ovvero il programma operativo per l’integrazione dei Rom, Sinti e Caminanti approvato per Roma Capitale.
Questo lo scenario dipinto da Il Messaggero: “In teoria, ogni nucleo famigliare a basso reddito può incassare fino a 10mila euro, così dice la delibera già votata dalla giunta, ma l’importo potrebbe calare, a seconda del paese straniero in cui il Comune si ritroverebbe a saldare la pigione. La maggior parte degli ospiti del Camping River, per dire, viene dalla Romania, dove un affitto medio si aggira tra i 100 e i 150 euro al mese. Quindi per ogni famiglia, il governo capitolino potrebbe liquidare un importo, spalmato su 24 mesi, tra i 2.400 e i 3.600 euro (la prima soluzione). Sempre che le famiglie, prima di fare le valigie, non decidano di riscuotere un incentivo unico, tutto e subito, che potrebbe arrivare, questo sì, fino a 10mila euro (la seconda opzione)”.
Nelle prossime ore sono attese ulteriori conferme circa l’esecutività o meno del provvedimento. Di certo a mancare per la giunta pentastellata è il tempo: il primo insediamento “a rischio” è infatti quello del Camping River di Via Tiberina per il quale, dato che la chiusura calendarizzata per lo scorso 30 settembre si era risolta con un nulla di fatto – anzi, ha dato vita all’ennesimo insediamento abusivo (fallita anche la via del sostegno economico per cercare un alloggio alternativo) -, sono già stati interrotti alcuni servizi essenziali avendo il Comune rinunciato alla proroga del contratto con la cooperativa che lo gestiva.
Insomma, maxi-bonus o no la Sindaca Raggi è chiamata ad una risposta urgente nei confronti dei cittadini.