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Roma, 13enne ‘bullizzata’ e picchiata a scuola (ma non solo): «Straniera di m***a», discriminata perché straniera

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Roma, costretta a leggere la Bibbia e a tatuarsi il volto

Aveva paura di andare a scuola, si svegliava ogni mattina con il timore. Perché? Perchè veniva aggredita e bullizzata puntualmente da alcuni ragazzi più grandi solo perché era di nazionalità e colore di pelle diversa. Protagonista di questa triste vicenda a sfondo razzista una ragazzina araba di 13 anni. Siamo a Roma, nel quartiere Collatino. 

La giovane adolescente era stata presa di mira già nel settembre dello scorso anno. Tanti gli insulti e troppa la paura. “Araba di m***” era la frase più frequente che si sentiva rivolgere. Solo con il lockdown e con la chiusura forzata dell’istituto la 13enne ha tirato ‘un sospiro di sollievo’. Credeva fossero finite quelle aggressioni e quelle cattiverie, ma si sbagliava. E’ da poco ricominciato l’anno scolastico e per la 13enne nulla è, purtroppo, cambiato. Anzi, come se non bastasse alle violenze verbali si sono aggiunte quelle fisiche.

Violenze e aggressioni anche oltre l’orario scolastico

E’ il 16 settembre scorso quando la giovane viene invitata ad una festa di compleanno: è in compagnia di un’amica in un parco giochi della zona quando si imbatte nei due bulli della scuola. E’ qui che cominciano ad insultarla, a dirle di tornare nel suo paese e ad aggredirla fisicamente. 

La giovane ha immediatamente chiamato i suoi genitori ed è stata poi portata in ospedale. Sul posto arrivano anche i Carabinieri che verbalizzano però soltanto quella che è risultata essere “una lite tra le parti”. Ma qualche giorno dopo il genitore della 13enne torna in caserma: la mamma esibisce il referto medico dell’ospedale dove veniva riportato che la figlia era rimasta vittima di violenze oltre che verbali anche fisiche, con una prognosi di 5 giorni. 

La mamma inoltre ha raccontato che, come visto, la figlia era stata aggredita e apostrofata con insulti di vario tipo, tutti riferiti alla sua nazionalità. Dalle testimonianze è emerso anche che la madre di una delle bulle, anziché redarguire la figlia dopo l’ennesima aggressione consumatasi nel Parco, ha pensato bene di insultare i genitori della vittima. Anche qui insulti a sfondo razziale.

 

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