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Roma, a Piramide studenti in piazza per il diritto allo studio

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Si è svolto questa mattina un corteo studentesco a Roma, che ha visto scendere numerosi studenti in piazza per protestare contro le attuali politiche sul diritto allo studio nazionale e le iniziative intraprese dal ministro Salvini

Una manifestazione che ha visto la partecipazione di numerose associazioni e liste studentesche della sinistra giovanile romana, che oggi erano presenti a Piramide come in altrettante piazze italiane con i loro movimenti nazionali di riferimento.

La sinistra studentesca ha avuto modo di sottolineare il tema dolente dell’edilizia scolastica, denunciando un problema annoso come le criticità strutturali degli edifici scolastici italiani. E’ stata posta una forte critica all’attuale decreto Scuole Sicure e chiesto maggiori finanziamenti governativi per la manutenzione delle plessi scolastici, forse non consapevoli di come il problema era presente anche sotto le esperienze governative di Centrosinistra.

Sul piano del diritto allo studio è stata manifestata l’idea di una scuola aperta a tutti, soprattutto verso quegli studenti provenienti da famiglie meno abbienti: realtà che quotidianamente devono combattere contro un sempre maggiore costo dei libri di testo e corsi intensivi – ripetizioni, corsi di lingua straniera o approfondimenti – per preparare al meglio i loro figli nel percorso di formazione scolastica. 

La manifestazione ha avuto anche modo di portare matrici più politiche sulla situazione, rivendicando l’idea di una scuola libera e antifascista. Tra le associazioni attive all’evento si sono presentate la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari, che si sono presentati sotto la Piramide al grido di “#Chihapaura di cambiare? Noi no!“. Gli studenti per l’occasione hanno organizzato un flash mob ispirato alla serie ispanica “La casa di carta“, presentandosi nella storica piazza romana con le maschere di Salvador Dalí. Le realtà studentesche hanno portato una dura critica alle politiche nazionali, considerate come capaci a fare solamente i propri interessi sulle spalle degli studenti.

Per la Rete degli Studenti Medi è intervenuto Gianmarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della struttura studentesca: “Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come “cambiamento”, per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi e che non riesce più ad essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni: lo provano i 150mila studenti che ogni anno abbandonano gli studi“.

Ha proseguito: “Il governo continua ad essere sordo di fronte alle necessità su cui da tempo, le studentesse e gli studenti di questo paese, chiedono una risposta. Diciamo no alle manovre di “risparmio” che non prevedono ulteriori investimenti sulla scuola, come il taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, no a una visione limitata del ruolo dei giovani e dell’Istruzione nella società. Se il governo non ha paura di cambiare, lo dimostri investendo in istruzione“.

Enrico Gulloni ha preso parola per l’Unione degli Universitari: “Il governo sta dimostrando ogni giorno la sua incapacità di mettere in campo azioni concrete per risollevare la condizione dell’istruzione pubblica italiana: sull’Università non c’è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento ordinario del sistema universitario o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan. Tutto questo, insieme alla nomina di Valditara, mente dei tagli Gelmini, a Capo Dipartimento, evidenzia una preoccupante mancanza di prospettiva sul tema. Oggi siamo in piazza per rivendicare e lottare per un’altra idea di Paese, che rimetta al centro la scuola e l’Università e che investa sulle giovani generazioni“.

I Coordinatori Nazionali delle strutture studentesche hanno concluso: “Chi ha paura di cambiare? Noi no, e per questo la mobilitazione non si arresta: non possiamo fermarci di fronte alla barbarie di questo Governo, che trascura l’istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci!“.

Una forte critica sulla manifestazione arriva dal gruppo romano della Lega-Salvini Premier, attraverso le parole di Fabrizio Santori e Alessandro Conte: “La manifestazione organizzata dagli studenti, oggi 12 ottobre alla Piramide, mira a creare tensione e serve solo ad alimentare un clima di odio e di violenza verso le istituzioni e le forze dell’ordine. Ma c’è anche molto di più. Un vero e proprio attacco alle istituzioni e al ministro dell’Interno Matteo Salvini che viene additato, in un volantino distribuito illegittimamente addirittura dentro le classi dei licei romani, come colui che fa politiche xenofobe e campagne repressive solo per aver voluto un controllo contro lo spaccio di droga negli istituti scolastici“.

Proseguono: “Sono inaccettabili le intenzioni degli organizzatori di mascherare dietro slogan antixenofobi e antifascisti la volontà di non far effettuate i controlli previsti dal progetto Scuole Sicure voluto dal ministero dell’Interno che prevede la presenza della polizia locale contro la spaccio di droga negli istituti superiori della Capitale. Vogliamo che la scuola sia aperta e accessibile a tutti per il suo processo di formazione culturale, e non che le aule diventino centri di indottrinamento politico di parte, con il solo risultato di penalizzare quei professori e quegli alunni che nelle scuole pubbliche non vogliono essere catechizzati da una certa sinistra“.

Concludono Fabrizio Santori e Alessandro Conte: “Condanniamo fortemente queste manifestazioni contro una legge che tutela i giovani e combatte gli spacciatori che lucrano sulla pelle degli studenti che devono essere condannati senza esitazioni“.

 

 

 

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