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Roma, auto in doppia fila ferma il bus: passeggero pestato a sangue per aver difeso l’autista

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E’ successo tutto nella capitale. Un passeggero è stato pestato a sangue per aver preso le difese del conducente del bus che chiedeva di spostare un’auto in doppia fila che bloccava il passaggio del 649.  L’episodio è avvenuto intorno alle 22:30 di domenica 6 maggio in via Albalonga, dove tre auto di clienti di Pompi impedivano al bus di transitare sulla strada di San Giovanni. A raccontare la vicenda la vittima dell’aggressione, un 33enne romano, intervistato da Antonio Iovane su RadioCapital (QUI L’INTERVISTA)

IL RACCONTO

I fatti, confermati dalla Questura di Roma, sono raccontati nel dettaglio dalla vittima: “Mi trovavo a bordo del bus 649 quando lo stesso si è dovuto fermare per la presenza di tre auto in doppia fila“. L’autista suona il clacson e due delle tre vetture vengono immediatamente spostate. “Una terza auto, una Smart – racconta ancora il 33enne romano – è invece rimasta dove era, dove erano seduti due ragazzi divertiti dalla scena“. Il conducente apre quindi la portiera per chiedere di chi è la Smart ma i due ragazzi: “in modo strafottente, hanno iniziato a chiedere cosa volesse e perchè dovessero togliere la macchina“. 

Il passeggero “urtato dall’atteggiamento dei due“, interviente a favore dell’autoferrotranviere per “velocizzare lo spostamento dell’auto“, ma scatena la reazione dei due giovani: “Che caz.. vuoi? Fatti i caz..i tuoi! Ed iniziano a spintonarmi“. Poi “ricordo solo che mi sono ritrovato a terra, sul vano disabili del mezzo pubblico, preso a calci e pugni da questi due deficienti che picchiavano come tori. Più vedevano sangue e più picchiavano“. 

“Mi alzo ricoperto di sangue – ricorda ancora il passeggero del bus – con la mia compagna che piangeva in stato di choc”. “Grondavo di sangue con gli altri passeggerri completamente choccati. L’autista ha chiuso le porte e loro hanno continuato a minacciare dando calci contro il bus”. I due rimuovono quindi la targa della Smart e parcheggiano la CityCar poco più avanti. “Poi sono scappati furtivamente in un palazzo di piazza Re di Roma”

 

Nel parapiglia alcune persone allertano le forze dell’ordine con l’arrivo sul posto degli agenti del commissariato San Giovanni. “Mi hanno trovato in una maschera di sangue“, racconta ancora il giovane classe 1985. Quindi la denuncia, “fatta anche dall’autista e da due donne con accento dell’Est Europa“. Il 33enne è stato quindi accompagnato al Policlinico Umberto I dove è stato dimesso con 8 giorni di prognosi con due punti di sutura alla testa. I due, “fratelli” sarebbero quindi stati identificati e denunciati.  

 

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