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Roma, bimba disabile si fa i bisogni addosso a scuola e nessuno la aiuta. La mamma: ‘Regole disumane’

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Figlia di 5 anni cisterna

Oltre un anno e tra lockdown, aperture e chiusure a singhiozzo, proteste, ristori insufficienti e il desiderio di ritornare alla normalità di sempre, pare esserci solo una certezza: il Coronavirus ha cambiato le nostre vite, ha stravolto tutte le nostre abitudini. Una realtà modellata su regole impartite in ogni dove: mascherine, gel igienizzante, distanziamento. Che sia al supermercato, al bar o a scuola. Ed è proprio dall’ambiente scolastico, da un istituto alle porte di Roma, che arriva un racconto scritto sui social da una mamma stanca e indignata. Poche righe messe nero su bianco in rete che nel giro di poco tempo sono state condivise e commentate da utenti increduli. Increduli che i rigidi protocolli possano impedire agli insegnanti di aiutare una bambina in difficoltà. 

La storia di Agata

“Sono la mamma di Agata. Agata è una bambina di 9 anni nata con una sindrome cromosomica rara che le ha causato, tra le molte cose, una disabilità intellettiva. Ieri mi hanno chiamata da scuola pregandomi di andare a prendere la bambina anticipatamente perché si era fatta la cacca addosso e il regolamento anti covid impediva al personale preposto di pulire e cambiare la bambina” – inizia così il racconto di Alessandra. “Ora io, per il momento, non voglio entrare in merito alle leggi e ai regolamenti ma ho una curiosità. Sia chiaro, la mia è solo semplice curiosità, un interesse che potremmo definire scientifico. Si dà il caso che oltre ad essere la mamma di Agata sono anche psicologa e un’appassionata studentessa di scienze sociali e in questo momento è proprio il mio interesse accademico a guidarmi. Ciò che vorrei sapere da voi, adulti a cui lascio mia figlia tutti i giorni da 3 anni, è: cosa avete pensato in quel momento? Cosa avete provato di fronte a questa bimbetta di neanche un metro e venti di altezza, in quegli istanti? Possibile ci siano stati tanti dubbi sul da farsi?” – si domanda la mamma di Agata. Eppure, qualcuno dubbi non ne ha avuti e ha pensato bene che l’unica strada percorribile fosse quella di chiamare i genitori, di lasciare la bimba così. 

“Evidentemente sì ma so, almeno così mi avete raccontato, che a qualcuno ad un certo punto è venuta in mente quella che deve essere sembrata ” l’idea giusta” ovvero chiamare la segreteria del dirigente scolastico che, così pare, ha risposto di non aiutare la bambina, ma di chiamare subito i genitori. Ecco, come vi siete sentiti quando avete consegnato la bambina ancora sporca al papà? Eravate fieri di aver dimostrato di essere lavoratori indefessi che sanno seguire le regole? E poi immagino siate tornati a casa, molti di voi dai vostri figli. Siete riusciti a giocare con loro guardandoli negli occhi? Magari avete anche portato il vostro cane fuori a fare i bisogni e con diligenza avete raccolto e ripulito tutto. Vi è venuta in mente per caso Agata in quel momento? Evidentemente no, perché nessun regolamento anticovid vi impedisce di raccogliere gli escrementi dei vostri cani. Ora, io sarò superficiale sicuramente, ma mi chiedo anche: come si può passare dalle esternazioni di tenerezza per questa buffa e solare bambina appassionata di gatti e del presidente Mattarella, alla fredda rigidità di un “ho solo seguito le regole”? Ecco, io questo vorrei sapere e vorrei indagare “l’umanità” e “la pietas” se ancora ci sono da qualche parte. E menomale che ne dovevamo uscire tutti migliorati”. 

E se da una parte è vero che bisogna seguire le regole “alla lettera”, cercare con i singoli comportamenti di frenare l’avanzata del virus, è altrettanto vero che potrebbero esserci delle eccezioni. Soprattutto se si ha a che fare con dei bambini, ancor di più se in difficoltà. Sì con mascherine e distanziamento, ma sempre esseri umani che non dovrebbero dimenticare cosa significhi avere empatia e sensibilità.  

La risposta del dirigente scolastico e il ringraziamento alle maestre

La mamma della piccola Agata ha pubblicato un altro post sui social, questa volta per ringraziare le maestre e il dirigente scolastico. Con la speranza che non riaccada più quello che è successo alla figlia, soprattutto perché nessun regolamento impedisce che si possa assistere i bimbi.

“Volevo ringraziare tutte e tutti per i messaggi di incoraggiamento. Ci tengo a comunicarvi che quel mio piccolo sfogo ha portato a una risposta del dirigente scolastico particolarmente celere. A beneficio di chi si trova nella stessa situazione vi confermo, qualora ce ne fosse bisogno, che non esiste alcun regolamento che impedisca di assistere i nostri bambini, anche in una fase delicata come questa. Agata, quindi, continuerà ad avere l’aiuto di cui necessita così come è suo diritto. Ringrazio le maestre della classe per il sostegno. Resta l’amarezza per l’accaduto e mi auguro vivamente che non si verifichino più situazioni simili. Per nessuno.”

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