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Roma, blitz manifestanti clima, bloccata la Colombo: protesta davanti al Ministero

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roma climate camp

Vertice G20, sit in di protesta stamattina poco prima delle 8.00 a Roma. Circa 43 manifestanti del climate camp si sono messi in strada sulla Cristoforo Colombo bloccandola. Immediato l’intervento della Polizia che ha sgomberato il sit-in all’altezza del Ministero della Transizione Ecologica.

Ricordiamo che già da ieri è entrato in vigore il piano straordinario della viabilità con l’attivazione di un’ampia area di massima sicurezza di 10 chilometri quadrati attorno a “La Nuvola”, con divieti di sosta e fermata, chiusure al traffico pubblico e privato. La zona sarà infatti transennata e interdetta al traffico veicolare e pedonale. L’accesso, lo ricordiamo, sarà consentito, previo controllo, a tutti quei cittadini che abitano e lavorano all’interno dell’area. 

«Gli attivisti e le attiviste continuano a presidiare via Cristoforo Colombo – si legge in una nota degli attivisti – Perché è la via che conduce ad un vertice che contestiamo senza appello. Perché è qui che ha sede il Ministero della Transizione Ecologica, che ha dimostrato in questi mesi di essere uno strumento ipocrita nelle mani della élite del fossile che riesce così a mantenere profitti e potere anche quando l’emergenza climatica e i suoi responsabili sono sotto gli occhi di tutt*», concludono.

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«Quest’oggi come Roma Climate Camp, abbiamo deciso di intervenire, di prendere parola ed alzare la voce, di bloccare questa arteria cittadina e catturare l’attenzione perché quanto si sta decidendo, a porte chiuse e senza agende pubbliche, nel vertice conclusivo del G20 è completamente inadeguato rispetto agli scenari catastrofici che vediamo delineati nel presente e nel futuro su questo questo pianeta. Per questo stiamo bloccando in modo nonviolento via Cristoforo Colombo», si legge in una nota.
 
«Perché è la via che conduce ad un vertice che contestiamo senza appello. Perché è qui che ha sede il Ministero della Transizione Ecologica, che ha dimostrato in questi mesi di essere uno strumento ipocrita nelle mani della élite del fossile che riesce così a mantenere profitti e potere anche quando l’emergenza climatica e i suoi responsabili sono sotto gli occhi di tutt*. Ieri in Canada e Cina, oggi in Sicilia, domani in qualche luogo del mondo. Siamo qui perché i governi del G20 hanno fallito. Il vertice del G20 sfoggia parole pompose come People Planet and Prosperity, ma dimostra con il proprio agire che l’unico obiettivo è una quarta P, il Profit».
 
«Abbiamo la certezza di saper riconoscere la difesa degli interessi del capitale e della finanza nelle scelte politiche del G20, e l’assenza assoluta di ascolto e partecipazione delle comunità interessate siano queste le comunità indigene, le popolazioni di territori fuori dalle 20 nazioni o le stesse comunità dei territori massacrati in decine e decine di anni anche in questa parte del mondo. Il 2 novembre inizierà la COP 26 in Scozia. Gli stessi capi di stato qui presenti si sposteranno lì, e il rischio che il vertice si concluda con l’ennesimo rinvio fatto di promesse non vincolanti e accordi blandi è evidente a tutt* E’ gravissimo. Siamo qui perché c’è una catastrofe da fermare, ma è una catastrofe con nomi e cognomi ben precisi. Siamo arrabbiat*, perchè davanti alle ingiustizie sociali ambientali ed economiche così evidenti in questi ultimi due anni di pandemia, o ti arrabbi, o sei complice».
 
«Non partiamo da posizioni ingenue. Sappiamo che anche la più blanda delle ristrutturazioni del sistema logistico e produttivo ha un costo, anche in termini occupazionali e per questo parliamo di necessarie e urgenti riconversioni.
Non possiamo condividere una politica che costringe una parte del mondo e/o della società a pagare i costi della parte più ricca. Siamo qui unendoci in solidale sorellanza con chi manifesterà dal 2 novembre a Glasgow per la Cop26. Siamo qui perché è necessario unirsi assieme per sradicare un sistema economico che provoca morte e distruzione ovunque nel mondo. Ai G20 diciamo: da Roma a Glasgow le vostre soluzioni sono il problema!».

Articolo in aggiornamento

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