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Roma, Covid e raccolta rifiuti non sicura? Morti per il virus due netturbini. AMA: «Ipotesi non plausibile»

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E’ allarme a Roma tra gli operatori ecologici per la raccolta dei rifiuti nelle utenze dove vi sono positivi in quarantena. La spazzatura infatti soltanto raramente viene contrassegnata con la dicitura Covid e comunque soltanto da parte di cittadini coscienziosi che si ingegnano per riportare la dicitura ‘covid’ per l’appunto. Per il resto invece, nella stragrande maggioranza dei casi e non essendo previsti contenitori specifici, finisce tutto mischiato assieme. 

Covid e rifiuti, allarme a Roma: morti due netturbini per il virus 

La preoccupazione tra i lavoratori è massima, ma questo già da tempo. Il Sindacato UIL oggi, tra le pagine di Repubblica.it, spiega che “in assenza di dati e ditte specializzate il contagio dei colleghi deceduti potrebbe essere avvenuto anche a causa di eventuali rifiuti raccolti da condomini con utenza Covid“. 

I due operatori, da quanto si apprende, lavoravano in due zone di Roma (Trastevere e Casto Pretorio) dove è attivo il Porta a Porta ma il problema riguarda anche quelle zone dove i sacchi devono essere raccolti dai cassonetti o peggio a terra.

«E’ evidente che possono essersi contagiati per aver maneggiato rifiuti Covid durante il lavoro da mesi noi carichiamo tutto insieme all’indifferenziata ma dopo questi due decessi la paura aumenta. Non abbiamo disposizioni sui rifiuti provenienti da utenze con malati covid. Ad oggi siamo ancora nell’incertezza su cosa fare di fronte a queste buste», spiegano i lavoratori attraverso il gruppo LILA Laboratorio Idee Lavoratori Ama (fonte anche della foto in copertina) al quotidiano romano. 

AMA: «Luogo di lavoro sicuro, ipotesi contagio dai sacchetti non fondata» 

A seguito delle notizie apparse sulla stampa la Municipalizzata ha diramato una nota in cui spiega che “non sono fondate le notizie in cui si ipotizzavano eventuali possibilità di contagio al contatto da parte del personale addetto alla raccolta”. 

Una possibilità che AMA definisce “non plausibile anche in ragione delle disposizioni (in evidenza anche sul sito www.amaroma.it ) dell’Istituto Superiore di Sanità che prescrive ai cittadini positivi al virus o in quarantena l’utilizzo della doppia busta per il conferimento e smaltimento in sicurezza di tutti i rifiuti prodotti all’interno delle abitazioni”. 

Inoltre, scrive ancora l’Azienda, “non c’è alcuno studio scientifico che attesti che si può contrarre il virus tramite i rifiuti prodotti in casa da utenti positivi” mentre è stato dimostrato che “sulle varie superfici, anche in ambienti chiusi, la carica virale decade e si degrada velocemente”.

Sale al 4% la percentuale di positivi tra gli operatori

Intanto la percentuale di positivi tra i lavoratori AMA è salita al 4% come rende noto l’azienda stessa. Si tratta in massima parte “di asintomatici”, si legge nella nota, e “nella stragrande maggioranza dei casi partiti da “cluster” familiari o comunque esterni all’azienda”. Per contrastare la diffusione dei contagi è stato comunque avviato uno screening straordinario mediante tamponi effettuati in camper mobili: ma per i lavoratori non basta dato che, comunque, l’iniziativa è su base volontaria. 

https://www.facebook.com/laboratoriolila/photos/a.1185712228189425/4787904601303485/

 

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