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Roma, disabile non può usare i mezzi pubblici perché inaccessibili: lei protesta, ma viene denunciata per interruzione di pubblico servizio

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‘Non puoi fare un capriccio’. E’ questo quello che si è dovuta sentir dire Ketty, una ragazza siciliana di 33 anni, in carrozzina da quando ne ha 8 per un’atrofia spinale muscolare. A raccontare la sua storia Filippo Roma de Le Iene durante la trasmissione andata in onda ieri, giovedì 27 febbraio 2020.

La protesta di Ketty

Circa un mese fa Ketty, stanca e sfinita, ha protestato a Roma, nei pressi di Piazza Maggiore.

Il motivo? La giovane dovrebbe prendere tre volte a settimana un tram per raggiungere Tor Vergata, peccato però che tutti i mezzi non siano accessibili per chi è in carrozzina. 

Ketty ha così dato vita alla sua protesta e si è bloccata sui binari del tram della linea 5 impedendo di fatto la partenza del mezzo.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, allertati dal personale Atac. E qui c’è del paradossale. Ketty è stata denunciata per interruzione di pubblico servizio e rischia una condanna fino a un anno di reclusione.

Le parole di Pietro Calabrese e Paolo Simioni

Il giornalista Filippo Roma è riuscito ad incontrare Pietro Calabrese, assessore alla mobilità del Comune di Roma, che si è detto vicino alla ragazza e che ha assicurato che i nuovi acquisti (50 nuovi tram) saranno tutti idonei anche per chi ha delle disabilità. Peccato però che dovranno passare altri due/tre anni prima di vederli circolare. 

Il Presidente dell’Atac Paolo Simioni, invece, si è detto estraneo alla denuncia e ha promesso a Concetta di farla chiamare per informarla ogni volta che la ragazza debba prendere un tram, così che lei sappia quale sia accessibile in quella precisa fascia oraria. 

Il giorno dopo l’incontro con il Presidente, l’Atac ha realmente aiutato Ketty e le ha fatto sapere quando passava il primo tram per lei accessibile, ma poi… sono spariti!

Quando Roma diventerà una città accessibile a chiunque? Quando anche gli ascensori delle metro inizieranno a funzionare? Quando si rispetteranno i diritti di tutti? E, soprattutto, quando per Ketty finirà l’odissea sui mezzi pubblici?

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