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Roma, disabilità e solitudine: la storia a lieto fine di Rosi

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In questo particolare periodo sono sempre più diffuse, purtroppo, storie di solitudine e disperazione. Ma, fortunatamente, non tutte sono lasciate nell’indifferenza. E una di queste è la storia di Rosi (nome di fantasia) che dopo tante difficoltà ha trovato degli amici speciali pronti ad aiutarla.

La storia di Rosi

“Rosi è ipovedente ed ha difficoltà nel deambulare – si legge in un post pubblicato sulla pagina ufficiale della Questura di Roma –  inoltre, da pochi giorni, dopo la morte dell’anziano padre, è rimasta sola nella sua casa del quartiere Gianicolense. Non è abituata a vivere senza il papà ed anche svolgere le normali “cose di casa” diventa per lei un problema insormontabile. Presa dallo sconforto chiama il numero di emergenza e la telefonata arriva nella sala operativa della Questura di Roma; l’operatore, mentre inizia ad attivare la rete di aiuti, invia sul posto una pattuglia del Distretto Monteverde.
Gli agenti Antonio e Francesco trovano Rosi triste e disorientata; la tranquillizzano, la rincuorano e le spiegano che non è sola ed ha già 2 nuovi amici. Nell’attesa dei servizi sociali e del tutore i poliziotti le hanno fatto un po’ di spesa per i prossimi giorni, le hanno cucinato qualcosa ed insieme hanno preso un caffè fatto con la moka di casa.
Rosi è un nome di fantasia, ma la storia è vera. Antonio e Francesco portano però a casa quel sorriso che vale più di tante parole”.
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