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Roma, disabilità: la storia di Claudia Bova, segregata in casa per un cavillo burocratico del Comune

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Storie brutte e che aprono l’ennesimo scandalo sul Comune di Roma Capitale, che nuovamente si fa protagonista di un drammatico episodio ai danni di una ragazza disabile romana. 

La ragazza è Claudia Bova, una portatrice di disabilità costretta sulla sedia a rotelle e che da diverso tempo non può più usufruire del servizio di trasporto pubblico per disabili offerto dal Comune. 

Claudia ha trent’anni ed è affetta da una grave malattia rara e degenerativa di nome Atrofia muscolare spinale” (SMA), che la costringe a vivere su una sedia a rotelle e ad alimentarsi attraverso un PEG (una sonda collegata al suo stomaco).

Il contenzioso con il Comune si apre dopo ben 17 anni che la ragazza usufruiva regolarmente del trasporto pubblico per girare la Città e soprattutto compiere i controlli medici saltuari richiesti dalla sua patologia medica. Claudia infatti per quest’anno nel documento per la richiesta del trasporto ha dimenticato di presentare il “contrassegno disabili, costringendo la sua domanda di partecipazione al bando a essere rigettata per quello che possiamo considerare un cavillo burocratico che non tiene conto delle condizioni fisiche della ragazza. 

La stessa Claudia Bova commenta la sua situazione: “Non voglio fare pena. Pretendo solo un servizio mi spetta di diritto e mi è stato tolto: ora sono prigioniera in casa!“. 

Ha proseguito la ragazza, facendo riferimento a casa analoghi capitati ad altre persone portatrici di disabilità con gli uffici capitolini: “C’è chi, con un disguido analogo, è riuscito a ottenere ugualmente il servizio“.

Le difficoltà per Claudia a uscire di casa senza il servizio di trasporto sono molteplici, partendo dai costi per il taxi che dentro casa sua non sono sostenibili. Accudita solo dalla mamma e avendo a disposizione solo la pensione d’invalidità e l’assegno sociale della madre, diventa proibitiva anche la tratta dalla zona Tiburtina – dove vive – al Policlinico Gemelli dove effettua regolarmente i controlli medici, in una corsa che i tassisti di solito fanno pagare oltre i 100 euro per “andata e ritorno”. 

Sono state diverse fino a oggi le email inviate da Claudia Bova per denunciare la sua situazione agli Uffici del Comune, senza però che arrivasse fino a oggi una risposta sperata per accogliere la sua richiesta d’aiuto. 

Da Campidoglio si apre uno spiraglio con le parole di Andrea Venuto, disability manager del Comune: “Entro due settimane riapriremo i termini del bando per permettere di partecipare a Claudia e a tutti coloro che al momento della presentazione della domanda non avevano i requisiti necessari. Potranno integrare i documenti mancanti fino allo scadere del prossimo bando e verranno riammessi al servizio fino all’esaurimento dei fondi”.

Sulla questione si sono interessati il consigliere capitolino Francesco Figliomeni (FdI) e l’esponente di Forza Italia Marco Rollero, che hanno chiesto un intervento immediato della sindaca Virginia Raggi su questo nuovo scandalo comunale. 

Il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Figliomeni dopo essere andato a trovare Claudia Bova, ha commentato sul suo profilo Instagram: “Nella vita spesso si è felici per aver raggiunto obiettivi importanti … oggi la mia grandissima felicità è quella di aver incontrato Claudia Bova, la ragazza disabile affetta da SMA penalizzata dal nuovo regolamento del trasporto disabili pensato da quelle menti geniali del M5s che hanno creato tanta burocrazia penalizzando gravemente le persone più fragili. Ho visto gli occhi di Claudia commossi ed il suo viso sprizzava altrettanta felicità, così come quello della mamma Giuseppina, che tra l’altro ho saputo essere mia corregionale. Claudia è segregata in casa per colpa di decisioni scellerate delle Istituzioni, tutto ciò è inaccettabile, ho preso l’impegno di farla uscire di casa per andare, per esempio, al centro commerciale o per venire in Campidoglio e mi attiverò in tal senso. Così come continuerò la battaglia per tutelare i legittimi diritti di Claudia e di tutte quelle persone che sono penalizzate“.

 

 

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