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Roma. Inietta un farmaco alla figlia malata di 8 anni e tenta di ucciderla: il pm chiede 10 anni per la mamma

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allame asl

E’ la notte del 9 maggio del 2019 quando una mamma ha cercato di uccidere la figlia di 8 anni affetta da una patologia genetica. A raccontare la storia il quotidiano La Repubblica. La bimba era ricoverata all’ospedale Umberto I di Roma quando la donna le ha iniettato un farmaco con una siringa, che le ha provocato in pochi minuti un attacco epilettico. Nella stanza della bimba vista la gravità della sua malattia era stata posizionata una telecamera. Ed è proprio grazie a questa che il medico di guardia ha notato qualcosa di strano e ha immediatamente dato l’allarme. Fortunatamente, i medici sono riusciti a salvare la piccola e a ricoverarla subito nel reparto di Terapia Intensiva.

Ora, come riporta la Repubblica, la Procura ha chiesto una condanna a 10 anni di reclusione per la mamma (attualmente ai domiciliari). Nella giornata di ieri, il pm nella sua requisitoria, ha ribadito la tesi del tentato omicidio. 

Come spiega il quotidiano romano, un primo incidente probatorio aveva stabilito che la sostanza iniettata era altamente tossica visto il dosaggio elevato. Un secondo incidente probatorio, invece, aveva stabilito che la donna era capace di intendere e volere e che la sindrome di Munchausen(un disturbo mentale che affligge genitori o tutori – solitamente le madri – e li spinge ad arrecare un danno fisico ai figli con l’intenzione di attirare l’attenzione su di sé)  era compatibile ma non provata. Per l’avvocato difensore della donna gli elementi su cui il pm fonda l’accusa sono solo dei sospetti: i legali credono ci sia stato un errore infermieristico e che la mamma della piccola non abbia somministrato nessuna sostanza in modo improprio. 

 

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