Ristoranti e distanziamento sociale, è stato diramato ieri il documento firmato da Inail e Istituto Superiore di Sanità sul protocollo di sicurezza per la riapertura delle attività. Si tratta di un’insieme di linee guida che dovrebbero consentire a clienti e gestori di ridurre al minimo il rischio di contagio. Ma a lanciare l’allarme per le misure previste è il Fipe Confcommercio di Roma per ciò che riguarda la Capitale: «Con le misure di distanziamento previste dal Comitato Tecnico Scientifico, ovvero una persona ogni 4 metri quadrati, i ristoranti romani perdono 246 mila posti a sedere (4,5 milioni a livello nazionale), il 63% del totale». Praticamente molti ristoranti potrebbero addirittura non riaprire.
Fase 2 a Roma per i ristoranti: è allarme per linee guida
«E’ un’ipotesi inaccettabile che affosserebbe tutto il comparto», denuncia Giancarlo Deidda, commissario di Fipe Confcommercio Roma. «Come Federazione abbiamo fatto proposte concrete basate su distanze tra i tavoli in grado di garantire la sicurezza e la possibilità delle aziende di lavorare per mantenere i livelli occupazionali. Con le distanze proposte, peraltro applicate in modo così severo solo nel caso della ristorazione, le aziende non potranno sopravvivere. La stessa possibilità di ottenere, come misura compensativa, maggiore spazio all’esterno è in questo modo assolutamente depotenziata. Per noi il punto di riferimento resta il distanziamento interpersonale di un metro».