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Roma, nella notte lo sgombero del Cinema Palazzo: l’opposizione dei cittadini

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“Dal 15 Aprile 2011 noi cittadini, artisti, studenti, attivisti di spazi sociali e associazioni abbiamo riaperto l’ex-Cinema Palazzo per sottrarlo alle speculazioni (…) Migliaia di persone hanno attraversato la sala, decine e decine di artisti, tecnici e operatori del settore culturale hanno portato la loro complicità restituendo allo spazio la sua funzione originaria (…) Spettacoli, concerti, proiezioni, prove, laboratori per bambini e adolescenti, reading, dibattiti e seminari costruiti in cooperazione con università e altre istituzioni culturali hanno dato vita ad un laboratorio artistico e sociale che ha migliorato la qualità della vita nel quartiere e nella città.” Questo è il Nuovo Cinema Palazzo, da quanto si legge nella descrizione della loro pagina ufficiale di Facebook, uno spazio alternativo di arte, cultura e solidarietà, che nella notte ha visto l’inizio della fine.

“Stanno sgomberando il cinema palazzo chi può raggiunga san Lorenzo”

“Chi può raggiunga san Lorenzo”, il grido di aiuto è stato pubblicato nella notte su Facebook, l’invito degli attivisti a raggiungere lo storico quartiere per fermare lo sgombero e proteggere quella che per loro era diventata una seconda casa. E ancora, questa mattina “Ora sta uscendo il sole e oggi non abbiamo niente di più importante da fare che dimostrare che non ci stiamo. Portate con voi creatività, energie, forza e pazienza. Sarà una giornata lunga abbiamo tutto il tempo di dare il nostro contributo.” Dichiarando quindi “non ci stiamo” hanno invitato i cittadini a fermare ciò che sta accadendo. “Saremo qui tutto il giorno” Sono state indette, infatti, una conferenza stampa alle 12:00 e alle 17.00 un corteo per il quartiere. “Oggi stiamo insieme, alla giusta distanza, ma stiamo insieme.”

Lo sfratto del 2019

Già nel 2019 gli attivisti del Cinema Palazzo erano stati sfrattati dalle autorità competenti che avevano apposto i sigilli. Tuttavia il luogo era rimasto chiuso solo poche ore, difatti era stato dichiarato un “atto illegittimo” dagli attivisti che sono rientrati pochissimo tempo dopo. Sabina Guzzanti, nota attrice romana, ancor prima nel 2017, era finita a processo per aver occupato lo stabile.

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