Home » News » Roma, neonato morto per latte in vena: assolta l’infermiera

Roma, neonato morto per latte in vena: assolta l’infermiera

Pubblicato il
ospedale san Giovanni

Il giudice ha assolto dall’accusa di omicidio colposo, Roberta Stanig, l’infermiera ritenuta responsabile per la morte del piccolo Marcus Johannes Vega: il neonato in incubatrice, di appena 30 giorni, morto al San Giovanni di Roma per una trasfusione di latte in vena al posto di una soluzione fisiologica. Il fatto è avvenuto nel giugno del 2012, e secondo i periti lo scambio dei sondini è avvenuto poco dopo le 17: dopo circa 40 minuti, il latte iniettato – per errore- ha iniziato a creare complicazioni nell’organismo del piccolo che sarebbe diventato cianotico a causa di uno choc multiorgano. 

A 7 anni dalla tragedia, non c’è ancora il nome di un colpevole. Con la stessa sentenza di ieri però, è stato condannato a dieci mesi di reclusione Gerardo Corea, l’allora direttore sanitario dell’ospedale accusato di omissione di referto e di aver segnalato immediatamente il caso alle autorità. In appello erano stati già condannati, ad un anno di carcere, due medici e una caposala – accusati oltre che dell’omissione anche di favoreggiamento e frode processuale. I medici, non solo avrebbero nascosto alla madre del piccolo la causa della morte, ma avrebbero anche cercato di ingannare l’autorità giudiziaria “avviando la salma alla cremazione”. 

Impostazioni privacy