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Roma, omicidio Largo Preneste, quale giustizia? Solo 5 anni all’assassino dell’artista Umberto Ranieri

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Morire solo per aver detto ad alcuni ragazzi di non sporcare la piazza. E’ questa, ricorderete, la storia di di Umberto Ranieri, in arte Nniet Brovdi, ucciso a Roma a Largo Preneste lo scorso 17 marzo. Per la sua morte era stato individuato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto, J.M.A classe 2001, di origini tunisine che da poco era diventato cittadino italiano. 

Quella sera, insieme ad altre persone, ebbe una discussione con Umberto Ranieri che sfociò in tragedia. Oggi è arrivata la condanna: solo 5 anni però. Cinque anni – per omicidio preterintenzionale – per avere spezzato la vita ad un uomo con un pugno. In aula, inevitabilmente, al pronunciamento della sentenza, è esplosa la rabbia dei parenti. 

Le indagini che portarono all’arresto del 18enne

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma non era stata facile. Pochi gli elementi indiziari acquisiti dalle testimonianze di alcuni presenti ma grazie all’analisi dei filmati di 30 telecamere di circuiti di videosorveglianza installati nei pressi del luogo è stato possibile risalire al colpevole. 

Oltre a questo sono state analizzate circa 70.000 record di telefonate e servizi messaggistica vari, registrati da diversi ponti ripetitori installati in diversi punti della Capitale. Il complesso metodo investigativo adottato aveva dunque consentito di concentrare l’attenzione dei Carabinieri della Compagnia Casilina nei confronti di un gruppo di persone, costituito dall’indagato, dalla fidanzata di origini kossovare e da un’amica di quest’ultima di origini romene. Fino all’arresto del 18enne condannato oggi a cinque anni. 

 

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