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Roma, poliziotti corrotti: tra i favori al boss anche le volanti per consegnare mozzarelle

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Emergono altri sviluppi dal caso che nel giugno scorso ha portato all’arresto di diversi poliziotti e ad una dipendente della Procura. Gli inquirenti stanno ricostruendo la rete di favori che si era instaurata tra gli agenti infedeli e un intestatario di diversi bar e sale slot, ritenuto vicino agli ambienti mafiosi. 

Un’amicizia scomoda quella dei poliziotti i quali in cambio della loro fedeltà avrebbero ottenuto “partecipazioni nelle società intestatarie di bar a nome di moglie e fidanzate. Che garantivano percentuali di incassi al mese (dai 500 ai 600 euro)”, scrive oggi il Messaggero.

Non solo. Dal boss venivano anche promesse: quelle “di accaparrarsi nuove attività, come la ventilata attribuzione ad uno degli agenti di partecipare a una società destinata a rilevare un bar a piazzale Clodio, a un passo dal palazzo di giustizia, frequentato da magistrati e cancellieri. Affare poi non chiuso a causa degli arresti”, continua il quotidiano romano. 

Dal canto loro gli uomini in divisa garantivano un servizio praticamente a chiamata mettendo a disposizione le volanti anche in orario di lavoro. Controlli, commissioni e anche…consegnare mozzarelle.  

“I giudici del Riesame per respingere la liberazione dei sei poliziotti arrestati a giugno assieme al sorvegliato e a una talpa della procura, una cancelliera, hanno spiegato che a metterli nei guai è stata non una amicizia-scomoda, ma, peggio, la svendita della divisa, la vendita della funzione, piegata agli interessi del privato. Quanto alla cerchia dei poliziotti amici – hanno spiegato nella motivazione – si evidenzia come costoro che per primi hanno l’obbligo di garantire la sicurezza non hanno avuto alcun scrupolo a garantire protezione e a favorire a vario titolo un pregiudicato di notevole spessore anteponendolo, in maniera spregiudicata, al corretto esercizio della funzione”, chiosa l’articolo a firma di Adelaide Pierucci.

 

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