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Gotta e rischio cardiovascolare: c’è relazione?

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La gotta è una patologia sistemica che in passato veniva considerata una malattia “da ricchi”. In effetti, si tratta di una malattia che trova correlazione con la presenza nell’organismo di acido urico e dei depositi che si possono concentrare nelle articolazioni.

Il deposito di acido urico è peggiorato dall’eccessiva assunzione di alimenti come la carne che, anticamente, erano consumati esclusivamente dalle persone delle classi sociali più agiate.

Si narra, infatti, che di questo tipo di disturbo ne soffrissero addirittura personaggi come Giulio Cesare, Carlo Magno e re Luigi XIV, il famoso re Sole. Proprio per questo motivo questa patologia ha attorno a sé anche credenze non corrette e falsi miti.

Che cos’è la gotta

Come si può leggere in questo articolo sulla gotta, si tratta di una malattia generata da un disordine del metabolismo che è alla base della formazione dei cristalli di acido urico.

La presenza di questi depositi crea infiammazione, gonfiore e dolore, in particolare agli arti inferiori: tipica di questa malattia è la tumefazione nelle caviglie e nel collo del piede.

In realtà, l’eccessivo consumo di carne non è l’unica causa: se alla base c’è sempre una iperuricemia, ovvero una troppo elevata produzione di acido urico, i motivi per cui ciò avviene possono essere diversi.

Oltre all’alimentazione scorretta, possono esserci diverse patologie che possono provocare l’aumento di acido urico, creando maggiori possibilità perché la patologia si presenti. In effetti, avere alti livelli di acido urico non significa automaticamente avere la malattia, ma è una condizione basilare perché la patologia possa avere luogo.

Può, inoltre, succedere che il paziente non abbia consapevolezza dell’iperuricemia in quanto si tratta di una condizione asintomatica a meno che, appunto, dia luogo alla gotta.

Da un punto di vista sintomatologico, la prima fase della gotta spesso è appunto senza sintomi mentre quando si presenta in fase evidente è già in fase acuta. In quella fase, infatti, il deposito di cristalli sta già creando dolore, tumefazione e infiammazione. A seguire, finché non si interviene, possono esserci momenti in cui si riacutizza finché subentra una fase cronica, in cui i cristalli diventano masselli e si depositano in punti come il lobo dell’orecchio, i gomiti, le mani e i piedi.

Rischio cardiovascolare: è maggiore per chi soffre di gotta?

Secondo le statistiche sono oltre 5 milioni gli abitanti del nostro paese che soffrono di iperuricemia. Sebbene non sempre i livelli elevati di acido urico diano come conseguenza la gotta, ciò è comunque molto frequente.

Soffrire di iperuricemia aumenterebbe infatti, in modo sensibile il rischio di infarto: secondo i dati scientifici, ben 4 persone su 10 tra quelle colpite da infarto avrebbe livelli eccessivi di acido urico. Questa sarebbe una situazione particolarmente preoccupante per chi soffre di ipercolesterolemia, iperglicemia o di ipertensione.

Proprio perché questa condizione patologica non dà sintomi la percentuale di persone che si sottopongono a esami per controllare i livelli di acido urico è molto bassa, attorno al 2%. Inoltre, circa il 70% delle persone che fanno questo test, lo fanno non più di una volta all’anno.

Nei soggetti in cui il rischio cardiovascolare è già elevato, la presenza di cristalli di acido urico e molto spesso anche di patologie come la gotta aumenta esponenzialmente le probabilità di patologie gravi. I depositi di urato, infatti, vanno a depositarsi sulla parete dei vasi sanguigni contribuendo alla formazione della placca aterosclerotica, che è responsabile di molti disturbi cardiovascolari.

Non è raro, dunque, che soggetti che soffrono di patologie come la gotta possano in seguito sviluppare anche patologie cardiovascolari. Pertanto, chi è affetto da questa malattia dovrebbe sempre essere sotto controllo cardiovascolare ed evitare le circostanze che possono peggiorare la salute cardiocircolatoria.

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