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Sport all’aperto, quali praticare in zona arancione

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Il Dpcm firmato dal Presidente Draghi lo scorso 31 marzo apre a nuove possibilità per rimetterci in modo e praticare gli sport all’aria aperta e in palestra. È un cambiamento molto atteso che arriva a ridosso della bella stagione, facendo così sperare in un progressivo rientro alle attività normali con sempre minori limitazioni.

La data attesa per la riapertura delle palestre è già il 15 di maggio, mentre per le piscine si dovrà attendere il primo di giugno. Un’attesa che per molti è valsa anche la chiusura dell’attività commerciale in cui si svolgevano gli allenamenti. Altri hanno saputo sfruttare la possibilità di andare avanti e allenarsi all’aperto in sicurezza e quando il tempo lo ha permesso. Permane comunque l’incognita legata all’andamento dei contagi per singola regione o per comune. Quindi è necessario considerare le indicazioni specifiche e valide per la propria area territoriale. 

È permesso praticare sport all’aperto

Vale adesso ciò che è stato già permesso durante il periodo invernale. Cioè è possibile praticare attività sportiva negli orari compresi tra le 5 e le 22.00 in maniera individuale. Quindi ancora vietati gli sport di contatto mentre è ufficiale il via libera alla pratica di sport individuali in parchi e luoghi all’aperto. Con la dicitura di “sport individuali” ci si riferisce a quelle attività agonistiche in cui non ci sia un contatto diretto tra i giocatori. Quindi, per esempio, tennis e padel sono ammessi.

Tra le attività individuali ci sono di certo la corsa o la bici. Forse questo è il momento di decidersi e iniziare a praticare la disciplina in maniera più assidua, alcuni interessanti consigli d’acquisto si possono trovare su questo sito web. Sarà sempre necessario mantenere la necessaria distanza fisica tra persone, rispettando almeno i due metri di distanziamento. La limitazione non vale per chi accompagna persone anziane o invalide durante la pratica sportiva. 

Riaprono le palestre e le piscine

Una notizia che tanti aspettavano da tempo riguarda l’apertura delle strutture chiuse in cui potersi allenare usando attrezzature specifiche. Anche qui valgono le regole specifiche in vigore nel comune di riferimento. Quindi sarà sempre la condizione contingente a dettare le regole della possibile frequenza o meno dei locali chiusi.

Restando così le cose, cioè con livelli di contagio al di sotto della soglia d’allarme, si potrà riprendere ad andare in palestra allenandosi al chiuso già dal 15 di maggio, mentre dal 1 giugno si potrà andare in piscina. Rimane valida l’indicazione di massima secondo cui va rispettato il distanziamento sociale, quindi non si potrà praticare in luoghi affollati e la distanza dovrà rispettare i 2 metri previsti. Anche le regole per la frequenza degli spazi comuni cambiano. Per esempio, non è possibile l’utilizzo degli spogliatoi e delle docce comuni come avveniva in passato.

Le differenze tra zona rossa e zona arancione

Se con ordinanza comunale o per decreto ministeriale viene imposta la zona rossa, le attività all’aperto e al chiuso sono tutte vietate. Questo al fine di limitare le occasioni di diffusione del virus. Quindi è bene tenere conto della possibilità che le regole cambino in base ai continui aggiornamenti forniti dalle autorità sanitarie, sia a livello locale che nazionale. Se la condizione presenta forti criticità ed è alto il rischio di contagio, allora le attività sono tutte vietate.

Le cose cambiano invece se le attività si svolgono quando vige il regolamento relativo alla zona arancione. Solo in questo caso è possibile allenarsi e praticare sport prevalentemente all’aperto. Si tratta di una misura necessaria per limitare ulteriormente il rischio di diffusione. Infatti all’aperto si considera meno probabile l’eventualità del contagio perché la vitalità del virus al di fuori dell’organismo ospite diminuisce a contatto con l’aria.

Quando ci si allena in spazi chiusi rimane valida la raccomandazione di areare l’ambiente in maniera costante. Infatti è meno probabile che le superfici possano essere contaminate dal virus se all’interno dello spazio condiviso c’è un buon ricircolo d’aria.

Non sussistono particolari limitazioni, oltre quelle sul distanziamento, se si pratica al chiuso attività che rientri nella categoria di presidio sanitario obbligatorio. Quindi chi ha bisogno di effettuare la fisioterapia potrà continuare a farlo così come già fatto finora. Si tratta di una deroga alle limitazioni che riguarda direttamente la necessità di offrire assistenza terapeutica e riabilitativa a quelle persone che ne abbiano comprovato bisogno. 

 

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