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Sciopero infermieri, venerdì 28 gennaio 2022 il sindacato Nursind si ferma: manifestazioni e sit-in in tutta Italia

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Sciopero infermieri 28 gennaio 2022

Li abbiamo definiti ‘eroi’, li abbiamo visti bardati, con tanto di mascherine, camici, visiere. Li abbiamo acclamati, con loro dai balconi abbiamo urlato che sarebbe andato tutto bene. E invece, bene, per gli operatori sanitari non è andato e non va, al punto che gli infermieri venerdì 28 gennaio incroceranno le braccia per la protesta nazionale indetta dal sindacato NurSind. 

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Sciopero infermieri venerdì 28 gennaio 2022

Lo sciopero di venerdì 28 gennaio, su scala nazionale, sarà di 24 ore e gli infermieri, che sono figure fondamentali nei nostri ospedali, si fermeranno. Scioperano perché, come si legge sul sito del sindacato NurSind, bisogna valorizzare la loro professione e migliorare le condizioni di lavoro. Incroceranno le braccia perché ‘ non c’è nessun segnale di vicinanza dalle istituzioni, le loro condizioni sono inaccettabili e il peso della responsabilità è sempre più forte’. Gli operatori sanitari chiedono che vengano riconosciute le loro competenze, visto che la professione, ai loro occhi, è sempre più svalutata. Pretendono un rapporto infermieri/pazienti adeguato e uno stipendio dignitoso, proprio quello che continua ad essere tra i più bassi in Europa. 

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Sciopero infermieri venerdì 28 gennaio 2022: gli orari e cosa succede in Italia

“Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già stanno vivendo. Vogliamo però che tutti sappiano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, ma evidentemente non per il nostro Governo e le nostre Regioni” – spiegano dal Sindacato.Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre abbiamo fatto. Confidiamo nel fatto che tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro durante la prima ondata pandemica possano condividere le ragioni della nostra protesta. E’ proprio a loro che chiediamo un gesto di solidarietà, fermamente convinti che la società civile sia sempre molto più avanti di chi ci rappresenta nelle istituzioni e ben consapevoli del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi migliorare l’assistenza di tutti”. Con la speranza che qualcuno li ascolti ora che è stato indetto uno sciopero di 24 ore. Perché sono ‘eroi’ sì, hanno fatto il loro lavoro (e continuano a farlo). 

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