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‘Sei de’ via della Pisana se…’: nel sonetto in romanesco i problemi della Capitale: l’ironia che fotografa il quartiere

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Un sonetto in romanesco, delle righe buttate giù e che spontaneamente – tra ironia e verità – fotografano una parte della Capitale. Un modo per ridere, quando in realtà ci sarebbe da piangere. Siamo in via della Pisana, nel XII Municipio, e sui social una residente, stanca ed esasperata, si è lasciata andare a uno sfogo pungente e satirico, perché lì dove non arriva l’Amministrazione – tra incuria e abbandono – arriva la triste verità, quella con la quale chi ci vive deve ogni giorno fare i conti. 

Via della Pisana, il “sonetto” in romanesco e l’istantanea della realtà

Passo dopo passo, con estrema lucidità, Susanna ha ripercorso il suo quartiere e ha fotografato la realtà. Quella fatta di rifiuti abbandonati, di lavori ancora in corso da anni, di voragini e buche. “Sei della pisana se… devi usci’ per forza co le scarpe da ginnastica perché devi salta ‘tra i rifiuti abbandonati sui marciapiedi e se poco poco c’hai la monnezza pure te, te la porti dietro per 2 km che alla fine te scordi de aveccela e te la riporti a casa. Sei della Pisana se...i lavori sulla strada iniziano nel 2002 e finiscono nel 2022; il ragazzino sotto casa mia andava all’asilo quando c’ erano le gru sotto casa e mo va all’ università e ancora ce stanno le gru. Dice.. stanno a fa i lavori per il gas …mo so finiti quelli del gas e so iniziati quelli dell’Acea…so finiti i lavori dell’acqua e so iniziati quelli per il Wi-fi. Mo siccome piove se sfracella il manto stradale per la settordicesima volta ricominciano a fa i lavori per rifa l’asfalto…che appena ripiove si sgretola per la settordicesima volta. Dice s’è aperta una voragine alla fine della pisana quindi è tutto bloccato non se passa.. ma dai? perché ieri se camminava?”. Per molti potrebbe bastare. E invece non è così, perché se sei tra i fortunati – come Susanna – a piedi, mentre vai al lavoro, ti godi un bel paesaggio e respiri aria pulita.  “Ma …se sei uno dei pochi fortunati come me che va al lavoro a piedi, non solo te godi il profumo primaverile dei cassonetti, e la musica del martello pneumatico degli operai, ma se te dice proprio cu** ma cu** cu**…ce scappa pure na mezza rissa tra motorini e macchine che non rispettano il senso unico”. 

Una giungla agli occhi di molti. Peccato che si tratti della Capitale d’Italia, quella dove in ogni vicolo si dovrebbe respirare arte, storia, cultura. Quella che andrebbe tutelata, preservata. Quella che ci invidiano tutti. E quella che, invece, è ormai mal ridotta e quasi abbandonata a sé stessa. E Susanna neanche alla fine ha smesso di essere “tristemente” ironica: “me sento quasi in vacanza…io so stata in Kenya e ho visto paesi poveri e malridotti anche in altri posti del mondo e ultimamente quando esco per anda’ al lavoro mi ritornano in mente le donne con i piedi impolverati e i cesti in equilibrio sulla testa. Chissà perché…”

E chissà perché ce lo chiediamo tutti. Quando si farà qualcosa di concreto per Roma? Quando ci si sveglierà da questa “sonnolenza”? E quando al torpore, all’incuria e al degrado si sceglierà di preservare e tutelare una città? Certo, enorme e difficile da gestire. Ma questa non è un’attenuante. Non un fatto su cui crogiolarsi e su cui “arrampicarsi” di continuo. Per fortuna, c’è chi in chiave ironica e sarcastica sa ancora come fare per…”nun piagnere‘. 

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