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Sociale, al Pascal successo per l’evento sul cyberbullismo

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Si è tenuto ieri al Liceo Blaise Pascal di Pomezia l’evento “Parole come lame”, la discussione ha avuto come tema centrale il dibattito sulla legge 71, promulgata nel 2017 per contrastare il fenomeno del cyberbullismo, ormai dilagante nella nostra società. Presente alla conferenza anche l’ex senatrice Elena Ferrara firmataria e promotrice della legge. L’evento è cominciato con lo spettacolo “Vite spezzate” del 4°C del Liceo, per poi passare alla discussione nel merito: la maggior parte dei ragazzi vittime di cyberbullismo non ne parla con i genitori e pensa si risolve tutto con il passare del tempo.

NOVITA’ DELLA LEGGE 71/2017

Adesso la legge c’è. «Il provvedimento – chiarisce Ferrara – prevede una serie di interventi e strumenti che hanno l’obiettivo di dar voce ai nostri ragazzi e consolidare una rete di sostegno affinché non si sentano più soli ». Tre le novità importanti previste dalla nuova norma. Primo. Sarà direttamente il minore vittima di un sopruso on line a poter segnalare in modo semplice al sito o al social media il contenuto offensivo chiedendone, nei tempi fissati dalla legge stessa, la rimozione. Se non lo fa il gestore, dopo opportune e tempestive verifiche, lo farà il Garante della Privacy. Secondo. Il “bullo cybernetico” viene convocato, insieme ai genitori, dal Questore che dà corso alla procedura di ammonimento. Un “cartellino giallo” che può portare il minore ad essere inserito in un percorso sociale o di messa alla prova. Terzo. Ogni scuola dovrà individuare tra i propri docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto. E per il personale scolastico sono previsti corsi di formazione per il personale. 

Quali saranno le sanzioni per i minori che si rendono responsabili di queste situazioni?  

«I reati e le conseguenti sanzioni esistono già nel nostro ordinamento giuridico: dallo stalking alla diffamazione, dal furto d’identità alla diffusione di materiale pedopornografico. I ragazzi devono essere coscienti del disvalore delle condotte del bullo, ma lo stesso disvalore va attribuito a chi omertosamente mostra indifferenza o chi, all’interno del branco, rafforza la condotta aggressiva. I minori quando insultano o ridicolizzano qualcuno sui social non hanno di fronte una persona in carne ed ossa, il suo dolore, le sue lacrime, ma una tastiera. Dobbiamo aiutarli ad essere più empatici e ad avere un controllo etico anche se nascosti da uno schermo. Questa legge non ha carattere repressivo, bensì educativo, preventivo e di cura proprio come mi hanno chiesto i tanti giovani che in questi anni ho incontrato nelle scuole di tutta Italia. L’intento è quello di preferire percorsi riparatori e di reinserimento per i colpevoli, tenendo ragazze e ragazzi fuori dal penale non per buonismo, ma per poter recuperare i soggetti che sono in età evolutiva. Per questo la norma prevede che i minori che compiano atti di cyberbullismo possano essere ammoniti, come detto, dal Questore che può anche decidere di inserirli in un percorso sociale o di messa alla prova, al fine appunto di recuperarli. Anche considerando come spesso proprio gli autori di atti di cyberbullismo siano stati a loro volta vittime di comportamenti simili – precisa Elena Ferrara.

Il dirigente scolastico Laura Virli ha ringraziato l’ex senatrice per la presenza e la spiegazione della legge, la Virli ha poi ringraziato anche la referente del Liceo del bullismo e cyberbullismo, la professoressa Antonella Venditti.

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