Home » News » Programmi TV e Spettacolo » Anticipazioni Report puntata del 9 novembre 2020: cosa vedremo stasera in tv, nuova inchiesta su gestione Covid-19

Anticipazioni Report puntata del 9 novembre 2020: cosa vedremo stasera in tv, nuova inchiesta su gestione Covid-19

Pubblicato il
Sigfrido Ranucci che presenta Report

Anticipazioni Report puntata del 9 novembre 2020, nuovo appuntamento con la trasmissione d’inchiesta targata Rai. L’appuntamento è per oggi, lunedì 9 novembre 2020, su Rai 3 in prima serata a partire dalle 21.20. 

Anticipazioni Report puntata del 9 novembre 2020: cosa vedremo stasera in Tv

Grande attesa per l’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Coronavirus in Italia dall’eloquente titolo: «Cosa abbiamo sbagliato?» a cura di Emanuele Bellano e con la collaborazione di Greta Orsi e Eleonora Zocca. 

E’ questo uno dei temi che vedremo stasera in tv su Report. Con oltre 17.000 decessi su una popolazione di 10 milioni di abitanti la Lombardia è una delle aree del mondo in cui il nuovo coronavirus ha ucciso di più. Anche a causa di questo triste primato l’Italia rimane ancora oggi uno dei paesi d’Europa con più morti in relazione al numero di abitanti. Report ricostruisce con dati e documenti inediti la catena di eventi ed errori che hanno contribuito a generare questa situazione. Oggi nel pieno della seconda ondata di Covid19, possiamo chiederci se abbiamo imparato da quanto accaduto a febbraio e marzo scorsi.

La Sardegna ad agosto è stata al centro di un ampio dibattito politico dopo che il presidente Solinas aveva chiuso e poi riaperto le discoteche in seguito a un’impennata di contagi provenienti dai locali notturni. Report ha ricostruito le pressioni e i condizionamenti che hanno agito sottotraccia e che hanno indotto la politica a correre seri rischi nella gestione dei contagi. E infine, come si sono comportati i paesi d’Europa in cui i contagi e i decessi si sono mantenuti bassi durante la prima ondata di Coronavirus?

La seconda inchiesta: “Il cavallo di troia”

Lucina Paternesi in collaborazione con Alessia Marzi realizzano la seconda inchiesta che vedremo oggi nella puntata del 9 novembre 2020 di Report. Alla vigilia di un nuovo lockdown, l’Italia si scopre impreparata ad affrontare la seconda ondata della pandemia da Covid-19. Che fine ha fatto l’app di contact tracing voluta dal Governo e che avrebbe dovuto aiutarci a monitorare la diffusione del virus?

A cinque mesi dalla sua adozione è stata scaricata da quasi 10 milioni di italiani, ma ha effettivamente funzionato? Dalle mani degli sviluppatori di Bending Spoons oggi l’app è passata in quelle dei tecnici del ministero dell’Innovazione e della Salute e di Sogei e PagoPA. Tra notifiche mancate, chiavi mai inserite nei server e lunghe attese telefoniche per capire che fare dopo l’arrivo dell’alert, a oggi soltanto poco più di duemila utenti hanno deciso di sbloccare il meccanismo.

All’estero, nonostante i download siano stati maggiori, come in Germania, l’app è stata più utile? E perché Google e Apple stanno lavorando in autonomia affinché non servano più le interfacce nazionali e possano gestire da soli il sistema di notifiche di esposizione? Quali sono i veri dati che servirebbero ai nostri medici ed epidemiologi per bloccare sul nascere un focolaio e predire, con maggiore precisione, l’insorgere del virus in una determinata zona?

Anticipazioni Report puntata del 9 novembre 2020: la terza inchiesta

“Bike shaming” di Max Brod è l’altra questione affrontata dalla trasmissione giornalistica di Rai 3. Il vandalismo è da sempre nemico del bike sharing e, a differenza di quanto si può pensare, non è un problema solo italiano, ma globale. Nel nostro paese, nonostante questo ostacolo, in molte città il servizio funziona. A Roma il bike sharing è presente, ma non è mai veramente decollato. La Capitale rimane agli ultimi posti nella classifica per numero di bici in rapporto alla popolazione.

Eppure una riforma che prevede il finanziamento delle biciclette condivise è in vigore dal 2014. Prevederebbe sia il finanziamento del bike sharing sia il riordino dei cartelloni pubblicitari. A distanza di sei anni, però, non è ancora diventata effettiva e a mettersi di traverso potrebbero essere state, con i loro ricorsi, proprio le ditte di pubblicitari. Intanto nella giungla della cartellonistica si infilano gli abusivi. Questi ultimi con i loro impianti non autorizzati riescono a fare business senza paura di multe o rimozioni.

Impostazioni privacy