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Curiosità sulla moda da tutto il mondo

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Ogni capo di abbigliamento che indossiamo è essenzialmente una scelta stilistica: la moda è qualcosa a cui tutti partecipiamo, anche inconsapevolmente. Il cambiamento delle tendenze riflette i cambiamenti socio-culturali della società. La moda è anche ciclica: col passare dei decenni molti stili ritornano in passerella e sugli scaffali dei negozi.

Gli abiti che scegliamo di indossare spesso rivelano anche qualcosa sulla nostra personalità e su come ci adattiamo al mondo. C’è anche chi è talmente appassionato di moda che non solo indossa, ma aspira a creare la “sua” moda e magari diventare un fashion designer.  

In questo articolo vogliamo dare alcuni spunti e alcune curiosità che possono farci capire alcuni aspetti caratteristici del mondo della moda, in grado sia di accomunare persone ma anche di renderle uniche per le proprie caratteristiche. 

  • La nascita del bikini. Il bikini è stato chiamato così dal suo inventore, Louis Réard, per richiamare i test nucleari condotti nell’atollo di Bikini dagli Stati Uniti. Il designer voleva che questo costume provocasse uno shock grande come una bomba atomica. Il suo design succinto era audace, esponendo l’ombelico di chi lo indossava e gran parte delle natiche. A causa del suo design controverso e rivelatore, in molti Paesi è stato bandito a lungo dalle spiagge e dai luoghi pubblici.
  • Un costume per ogni epoca. I costumi da bagno delle donne, ovviamente, non sono sempre stati così succinti: in epoca vittoriana le donne nuotavano in costumi da bagno di lana che coprivano le cosce e il busto. La nuotatrice australiana Annette Kellerman fu arrestata a Boston nel 1907 per aver indossato un costume intero aderente.
  • Donne in nero. La tradizione di vestirsi di nero a un funerale, o durante un periodo di lutto dopo una morte, risale all’Impero Romano. Nell’Inghilterra vittoriana, ci si aspettava che le vedove vestissero di nero fino a quattro anni dopo la morte del marito, sebbene alcune donne scelsero di indossare questo colore per il resto della loro vita.
  • Fashion Police. In Corea del Sud fino al 2006 è stato attivo uno speciale corpo di polizia i cui compiti erano verificare la lunghezza delle minigonna delle donne con metro alla mano. Quelle troppo corte, rischiavano una multa e in qualche caso addirittura il fermo.
  • Cappelli regali. La moda britannica di indossare cappelli fu inaugurata dalla regina Elisabetta I. Nel 1571, decretò che tutti i bambini di età superiore ai 7 anni dovessero indossare cappelli. Ancora oggi in Inghilterra, durante le occasioni speciali, è comunissimo vedere uomini e donne sfoggiare cappelli eleganti e vistosi. 
  • Tacchi maschili. Nel 1670, il re Luigi XIV di Francia rese popolari i tacchi alti da uomo. Prediligeva le scarpe con suole e tacchi tinti di rosso – poiché il rosso era una tintura costosa all’epoca – e emanò un editto in cui si dichiarava che solo i membri della sua corte potessero indossare i tacchi rossi.
  • Tacchi rossi. Oggi, i tacchi rossi sono altrettanto esclusivi, tant’è che il designer Christian Louboutin ha registrato i suoi tacchi alti con suole rosse citando in giudizio i giganti della moda da Yves Saint Laurent a Charles Jourdan per averlo copiato.
  • Lo strascico più lungo del mondo. In Romania nel 2012 è stato realizzato e presentato un abito da sposa con lo strascico più lungo del mondo, quasi 3 km, frutto di ben 100 giorni di lavorazione. Grazie ad una mongolfiera in volo poi, è stato possibile mostrare al mondo l’impresa da record.
  • L’abito nuziale del secolo. Tuttavia, lo strascico più lungo su un abito da sposa nella storia della famiglia reale britannica è stato indossato dalla principessa Diana al suo matrimonio con Carlo, principe di Galles, nel 1981. Presentava uno strascico di “soli” 7,6 metri.
  • Indumenti restrittivi. Le donne hanno spesso sofferto degli effetti dell’abbigliamento in maniera più accentuata rispetto agli uomini. Ad esempio i corsetti, progettati per accentuare la silhouette stringendo fianchi e pancia, causavano gravi conseguenze agli organi interni. In casi limite, potevano arrecare danni alla colonna vertebrale e la rottura delle costole. Lo svenimento era la naturale conseguenza della compressione dei polmoni. 
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