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Edit Bruck: chi è, la testimone della Shoah, età, carriera, libri, Papa Francesco, foto

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Edith Bruck chi è

Ospite del programma condotto da Serena Bortone su Rai 1, “Oggi è un altro giorno”, la scrittrice Edith Bruck si racconterà partendo dalle terribili testimonianze di episodi che fin da bambina ha dovuto subire solo perché di origini ebree. Nella sua vita ha conosciuto la parola ostilità e crudeltà davvero presto, ha conosciuto Auschwitz e, purtroppo, tantissimi altri campi di concentramento.. conosciamola meglio. 

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La storia di Edith Bruck

Nasce in Ungheria, a Tiszabercel, il 3 Maggio del 1931 da una famiglia ebrea. Già da bimba ha subito discriminazioni per le sue origini e immediatamente ha imparato il significato della parola “sofferenza”. A 13 anni infatti è stata deportata nel campo di sterminio di Auschwitz e successivamente in altri campi quali: Landsberg, Kaufering, Dachau e Bergen-Bielsen. In quest’ultimo, nel 1945, è stata liberata insieme alla sorella. Dopo la liberazione è tornata in Ungheria per poi spostarsi in Cecoslovacchia e in Israele. Come ultima città ha deciso poi Roma, dove vive attualmente. 

Le sue opere

Il suo vissuto e la testimonianza sono sicuramente delle perle preziose da ascoltare in silenzio per comprendere il vero significato della parola vita. La sua prima opera si chiama “Chi ti ama così”, scritta nel 1959. La sua carriera da scrittrice è iniziata proprio in quel momento. Ha deciso di scrivere da subito in italiano perché secondo lei è l’unica lingua in grado di descrivere la sua sofferenza e la sua esperienza al meglio. 

Le altre opere:

  • Andremo in città
  • E’ Natale, vado a vedere
  • Le sacre nozze
  • Due stanze vuote
  • Transit
  • Mio splendido disastro
  • Signora Auschwitz
  • L’amore offeso
  • Lettera da Francoforte
  • Il pane perduto 

La visita di Papa Francesco 

Nel 2021, Papa Francesco, ha fatto visita a Edith Bruck dicendole: 

“Sono venuto qui da lei per ringraziarla della sua testimonianza e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sincerità le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono, Signore, a nome dell’umanità”. 

La donna non è presente su Instagram, ma ci sono molte fanpage per non dimenticare. 

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