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Nel segno di DOC: Elisa di Eusanio si racconta, l’intervista esclusiva

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Elisa di Eusanio, la Teresa della serie TV del momento, si racconta in esclusiva per Il Corriere della Città

Doc 2 – Nelle tue mani” è indubbiamente il caso televisivo del 2022. Una serie TV con questi ascolti nel prime time delle rete generaliste non si vedeva da tempo immemore e il successo sembra crescere esponenzialmente, anche e soprattutto dopo lo shock narrativo voluto dagli autori di narrare per la prima volta in una fiction il dramma del Covid da dentro un ospedale.
Un successo che è diventato internazionale tanto che i diritti sono stati acquistati dalla Sony per poter  adattare la storia alle varie realtà locali e anche per il mercato statunitense, confermando quanto l’entertainment italiano sia ricercato e pieno di idee come mai prima d’ora.
Una squadra quella di Doc, capitanata da Luca Argentero, assoluto protagonista che è composta però da un gruppo di attori dall’enorme talento e di grande personalità, un gruppo forte e colorato che è di fatto il motivo principale del successo di quello che molti hanno già battezzato come “E.R. italiano“.
Tra gli attori e le attrici della serie, sta vivendo un momento di grande popolarità Elisa di Eusanio, che interpreta Teresa, la Caposala del reparto di medicina interna, una donna dolce, forte e spiritosa che ha conquistato il pubblico proprio per la sua carica umana. Noi de “Il Corriere della Città” l’abbiamo incontrata, per cercare di comprendere dalla sua voce e con la forza della sua esperienza il perché di tanto successo.

 

Ph Ra 

Elisa partiamo subito con il tuo momento professionale attuale. La gente immagino ti riconosca per strada dato il successo della serie. Come stai vivendo questo grande successo di Doc e come è cambiata la tua vita?

– Devo dire che l’affetto del pubblico nei miei confronti è forte tangibile. Mi capita di andare al bar e qualcuno mi dice “Caposala buon giorno! Un consulto una visita…” Ma sono anche tanti gli sguardi piu discreti che ti riconoscono e devo dire che in parte mi imbarazza perché io sono una persona molto semplice.

– E ti piace questa popolarità?

Credimi, non totalmente. Sono una donna riservata e gelosa del proprio io. Però comprendo che è il bello del nostro mestiere e sono felice perché per una attrice arrivare alla riconoscibilità è importante. E la popolarità aiuta ad agganciare altri progetti.

Teresa

Il 17 febbraio quasi sette milioni di persone erano a trepidare davanti alla tv per le sorti del Dottor Fanti, di Giulia e della love story di Teresa con il dottor Sandri. Al netto dell’innegabile qualità del prodotto cosa è che secondo te ha scatenato l’interesse del pubblico. Ti sei data una spiegazione ?

– Secondo me Doc ha un’energia particolare. E credo che questa energia sia proprio legata al gruppo. Un gruppo molto unito. Quando siamo al lavoro, sul set, siamo tutti molto molto connessi, e posso garantirti che non è sempre così nel nostro lavoro. È rara una coesione così forte. E questa energia è arrivata a chi ci guarda, credo sia proprio questo. C’è un’alchimia speciale e poi certamente come hai detto tu c’è tanta qualità, gli sceneggiatori (Viola Rispoli e Francesco Arlanch n.d.r.) si sono superati in questa seconda stagione, ed è anche merito dei registi che si sono alternati nelle due serie che hanno dato un taglio internazionale a questa storia.
Sembriamo una compagnia teatrale per coesione e legame e del resto siamo stati insieme sette mesi tutti i giorni sul set, quella magia che vedete sullo schermo è più che reale tra noi.

Come arrivi a Doc?

Ho fatto un semplice provino come ne faccio tanti e sinceramente non ci credevo neanche tanto che mi prendessero. Ma ho percepito subito un grande feeling con Jan Michelini (il regista della prima serie) e mi hanno preso subito, non ho neanche fatto un “call back” come accade spesso. Una botta secca e via! Sono stata subito della squadra.

Hai spiato, studiato una vera caposala per l’interpretazione?

– Allora, in famiglia abbiamo una caposala. Quindi l’argomento non mi era del tutto sconosciuto. Però no, non ho studiato la professione e fatto molte ricerche, ho preso un caffè con la vera caposala del Policlinico Gemelli e ci ho fatto una lunga chiacchierata e i suoi consigli mi sono stati utilissimi.

Vedi, il personaggio di Teresa l’ho accompagnato piano piano dentro di me, senza costrutti mentali; l’ho lasciata nascere e crescere come personaggio, piano piano. Nella prima stagione aveva un ruolo marginale se vogliamo, meno centrale di quanto non abbia nella seconda. Io osservavo i miei colleghi, seguivo quello che accadeva, ho compreso le dinamiche e questo forse ha fatto esplodere la sua presenza nella seconda stagione.

Luca Argentero è un attore molto amato dopo questa serie. Che collega è sul set?

Il cast di DOC 2 – Nelle tue mani (ph shmagazine)

Luca è davvero un grande leader, un timoniere altruista, generoso educato e molto molto attento. Una persona bellissima e un grande professionista.  E il pubblico fa molto bene ad amarlo, e veramente lui aderisce perfettamente all’immagine che restiuisce in tv. Tutto il nostro gruppo ha risentito positivamente della sua energia molto silenziosa, perché lui c’è sempre ma non impone mai la sua presenza. E alla fine questa sua energia ci arriva e tutti ne siamo contagiati.

Ho visto e apprezzato tantissimo il tuo intervento a difesa delle donne e contro lo stereotipo fisico a cui ancora sembra sia legato soprattutto il pubblico. Cosa manca ancora da un punto di vista culturale, non solo televisivo, perché non si faccia il calcolo dell’età e della taglia di una protagonista femminile, che sia al cinema in tv o a teatro?

– Io penso che in Italia stiamo crescendo anche in questo senso, ma siamo come sempre un pochino in ritardo, costretti forse da un entertaintmen che si fonda purtroppo su principi sbagliati. Il problema sono certa non è il pubblico, perché questo sa riconoscere molto bene il talento quando lo vede esprimere.
Il problema semmai è che proprio questo pubblico è stato abituato da anni allo stereotipo.
Sono le produzioni che devono cambiare e adeguarsi ai modelli internazionali che sono chiarissimi a tutti ormai, e comprendere che noi attrici raccontiamo le donne del mondo. Tutte le donne. Che sono tutte diverse e tutte hanno diritto a esser rappresentate.
Insisto, il pubblico è pronto secondo me e la stessa
Teresa che interpreto in Doc, personaggio indubbiamente rassicurante, è diventata protagonista come hai visto, non è soltanto la spalla comica, non è una semplice caratterista.
E sono orgogliosa davvero di esser tra quelle attrici che è, insieme a tante altre, fautrice di questa rivoluzione. Occorre però che chi produce insista e rischi, perché altrimenti ci
priveremo di tanti talenti di tante attrici bravissime che non emergeranno, solo perché fisicamente non stereotipate rispetto ai canoni di bellezza classici. Bisogna lottare con grande ardore su questo tema tutti insieme perché poi ne guadagnano i progetti perché se le attrici sono brave ed emergono per quello che sono e la differenza si vede poi sul set. E nel prodotto.

Elisa di Eusanio è TERESA

– Torniamo al tuo personaggio: Teresa. Ha quel perfetto mix di brillantezza e drammaticità che funge da collante tra tutti i protagonisti. Ti senti più un’attrice da commedia o drammatica? Qual è la tua vocazione naturale sul set o sul palcoscenico?

Sinceramente, io sono stata sempre chiamata per la commedia, mi viene bene sono “musicale” ho i tempi insomma funziono. Però io credo che un attore ha tutto dentro nel suo insieme e i veri attori secondo me devono saper far tutto in scena. Per tornare alla mia Teresa, lei ha una vita privata molto complicata con delle figlie impegnative, ma poi quando arriva al lavoro lascia tutto fuori. Come fanno le persone vere. Insomma, sono un’attrice che ha lavorato perlopiù per ruoli da commedia finora ma ti confesso che un bel dramma mi piacerebbe recitarlo.
Noi come attori italiani abbiamo una grandissima tradizione storica fatta di recitazione che mescola commedia a dramma e di esempi potremmo farne a decine tra i mostri sacri del nostro cinema e del teatro. Poi però ad un certo punto è arrivata una certa televisione che ha cambiato tutti i paradigmi. Noi dobbiamo secondo me tornare ad esser quello che eravamo.

A proposito di palcoscenico: sarai a teatro a Roma a marzo, insieme ad Andrea Lolli con lo spettacolo: “Neve di Carta” di Letizia Russo…

– Questo è uno spettacolo molto particolare, tutt’altro che commedia, scritto magistralmente e con un linguaggio molto cinematografico. Una storia delicatissima e feroce che racconta il dramma delle donne internate nei manicomi a cavallo delle due guerre mondiali che venivano recluse con motivazioni del tutto arbitrarie e non con motivazioni cliniche. È uno spettacolo che avrà un impatto sul pubblico fortissimo. Chi verrà a vederci si emozionerà e si commuoverà. Un’esperienza bellissima, per noi che lo recitiamo e per chi sarà in platea.

Una foto di scena di Fedeltà (Netflix)

Non posso non chiederti qualcosa sulla serie tv “Fedeltà” in onda sui Netflix. Al di là della storia: quanto secondo te è cambiato il rapporto uomo – donna? Trovi che quella crisi continua raccontata in “Fedeltà” sia quello che stiamo vivendo noi uomini e voi donne?

– Io andrei ancora oltre: In questo momento si fa proprio fatica a stare insieme, diventa difficile trovare punti comuni per decidere di andare avanti. Ho l’impressione che le persone siano come sconnesse tra di loro, hanno paura delle relazioni e soprattutto non ci si “accontenta” più, passami il termine, ma si è sempre alla ricerca di qualcos’altro, di qualcun altro, come accade appunto in Fedeltà, che mostra uno spaccato di vita in cui credo che tante coppie si possano esser specchiate. Anche questa è una serie che sta andando molto bene e che, seppur pensata per chiudersi qui, essendo tratta da un libro che questo narrava, potrebbe chissà forse avere un seguito e riprendere da dove l’abbiamo lasciata.

Quali sono i tuoi progetti futuri e ci sarà un Doc 3?

– Doc 3 chiaramente siamo tutti pronti per farlo. I numeri ci stanno dando ragione e credo che ci sia la voglia di tutti di continuare. Per quanto mi riguarda, i prossimi mesi sarò molto concentrata sul teatro, dopodichè ti dico la verità? Io devo assolutamente andare in vacanza! Il progetto futuro prossimo quindi è andare con il mio compagno e i miei due meravigliosi cani in viaggio. Prenderci una pausa e poi chi vivrà vedrà. Vediamo se si raccoglieranno più in là i frutti di questa semina artistica.

Vuoi aggiungere qualcosa che non ti ho chiesto ?

– Vorrei fare una riflessione: L’aspetto che più mi inquieta in questi ultimi tempi sui social e non solo, sono le critiche spietate e molto cattive che spesso arrivano soprattutto dalle donne contro le donne. Io credo che noi dovremmo naturalmente esser molto più solidali tra noi, ma questo non succede. E sui social spesso leggi una certa violenza verbale e crudele scagliata apunto da donne contro altre donne e qualche domanda te la poni e cerchi di capire perché e dove si può agire per cambiare scenario. Una solidarietà e una vicinanza che, al contrario, ritrovo paradossalmente molto più negli uomini.

Mauro Valentini

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