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Trotto, l’esito del G.P. “Giorgio Jegher” 2023

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È davvero un periodo positivo per Giampaolo Minnucci (storico driver del leggendario Varenne): in quel di TriesteTrotto, infatti, domenica 26 marzo 2023, ha vinto anche l’edizione contemporanea del Gran PremioGiorgio Jegher“; in sediolo a Bonjovi MMG

Gran Premio “Giorgio Jegher” 2023

Gruppo 3 sulla distanza dei 1.660 Metri

In pista cavalli indigeni di 5 anni e più; esteri di 4 anni ed oltre.

Dotazione economica di 35.200,00 €uro.

La prestazione brillante al palo d’arrivo 

I vincitori hanno trottato la fatica assegnata – 1.660  Metri – nell’ordine dell’ordine dell’ 1.13.3 (t/km).

La triade che sorride

PROPRIETARIO di Bonjovi MMGMauro Prospero SocSrls

ALLENATORE di Bonjovi MMGDario Battistini 

DRIVER di Bonjovi MMGGiampaolo Minucci 

Il podio del Gran Premio “Giorgio Jegher” 2023

Bonjovi MMG Giampaolo Minnucci 

2° Cerbero Trebi ✓ Carmine Piscuoglio

Akela Pal Ferm Antonio Di Nardo 

La Genealogia di Bonjovi MMG 

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Le Prestazioni agonistiche di Bonjovi MMG 

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Cenni storici dell’ippodromo di Trieste 

L’inaugurazione avvenne il 4 settembre 1892; tuttavia  si correva già prima. Erano sfide “artigianali” nelle quali la vittoria era “pagannsillo”, o una bandiera. 

Nel 1929 venne adottato il metodo “della fotografia” per decifrare gli ordini d’arrivo.

Cinque anni più tardi, nel 1934, al via le corse in notturna,  grazie ad un potente impianto di illuminazione.

Nel 1937 la “Società delle Corse di Trieste” chiuse e la gestione passò, direttamente, al Comune; fino al 1939, quando nacque la “Società Triestina Trotto”.

La ripresa delle Corse, dopo il Conflitto Mondiale, fu tutt’altro che semplice: si distinse, per impegno e tenacia, Giorgio Jegher (un manager appassionato di cavalli). 

Per molti anni, il nome di Giorgio Jegher fu accostato alle sorti dell’ippodromo triestino (dopo la morte, il fratello Riccardo si impegnò a non disperdere quanto realizzato).

Tra i molti campioni (con coda e criniera) che hanno onorarono la pista triestina, è doveroso ricordare Mistero (unico indigeno capace di vincere il Prix d’Amerique) che, al Montebello, nel 1947, siglò il Premio di Primavera (sulla distanza dei 2.150 metri in 1.23.1 t/km). 

 

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