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Tari “gonfiata” dai Comuni, Fucci sicuro: “A Pomezia nessun errore”

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“Il Comune di Pomezia ha sempre applicato la tassa sui rifiuti in maniera regolare”. Lo dichiara il Sindaco Fabio Fucci dopo il caso TARI esploso in questi giorni a causa del tributo applicato in maniera irregolare in alcuni Comuni. L’errore sta tutto nella parte variabile della tassa, quella che si determina in base al numero dei residenti di un’abitazione: in alcuni Comuni questa parte è stata applicata anche alle pertinenze (garage, cantine, ecc), su cui insiste invece per legge solo la parte fissa, quella legata alle dimensioni dell’abitazione.

“Voglio rassicurare i cittadini – continua il Sindaco – A Pomezia non è stato commesso alcun errore e in questi anni la tassa sui rifiuti è diminuita sia per la parte fissa che per quella variabile, grazie all’estensione della raccolta differenziata in tutto il territorio comunale e quindi alla riduzione dei costi del conferimento in discarica. Per il 2017 il risparmio va dal 7 al 10% sia per le utenze domestiche che per le utenze non domestiche”.

CODACONS: IL COMUNE GONFIA LA TARI? ECCO COME SCOPRIRLO E OTTENERE IL RIMBORSO

(Codacons.it) – Eppure negli ultimi cinque anni almeno, diversi Comuni avrebbero sbagliato il calcolo della Tari: un errore nel computo della quota variabile del tributo che ha fatto lievitare a dismisura il prelievo, a spese di migliaia di famiglie. Ecco, in sintesi, in cosa consiste il caso-TARI di questi giorni. La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.

La TARI è stata introdotta, a decorrere dal 2014, dalla legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014), quale tributo facente parte, insieme all’IMU e alla TASI, della IUC. La TARI ha sostituito la TARES, che è stata in vigore per il solo 2013 e che, a sua volta, aveva preso il posto di tutti i precedenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria (TARSU, TIA1, TIA2).

IL CASO

Il caso è esploso all’improvviso: negli ultimi cinque anni, sulla base di quanto è emerso, i contribuenti (o una buona parte di questi ultimi) hanno pagato una tassa rifiuti molto più alta del dovuto. La causa? Un “errore di calcolo” della quota variabile del tributo, che ha fatto lievitare a dismisura la cifra totale: questa quota, infatti, andrebbe calcolata una sola volta sull’insieme di casa e pertinenze immobiliari (ovvero posti auto, cantine, soffitte, box), tenuto conto del numero dei familiari. L’esistenza di svariate pertinenze infatti, non accresce la quantità d’immondizia prodotta dal nucleo familiare. I Comuni accusati di averla maggiorata, invece, l’avrebbero applicata tante volte quante sono le pertinenze dell’abitazione: in questo modo il balzello è così stato gonfiato, in alcuni casi fino a raddoppiare.

L’ESEMPIO

Riportando l’esempio discusso alla Camera: per un appartamento in cui vive una famiglia di 4 persone, con superficie complessiva di 150 mq., di cui 100 di casa, 30 di garage e 20 di cantina, la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa e cantina (come precisato dal punto 4.2 dell’allegato 1 al DPR n. 158/99) “va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune”. L’importo da versare si ottiene quindi sommando tutte le quote fisse (rispettivamente di casa, garage e cantina) e aggiungendo una volta, e solo una, l’importo della quota variabile. Risultato: pagamento ridotto a 391 € dai 673 € originariamente conteggiati.

 

L’INIZIATIVA CODACONS

A tutela dei cittadini coinvolti l’Associazione ha scelto di intervenire. Il Codacons ha infatti istituito un forum telefonico per diffondere informazioni e istruzioni agli utenti su come verificare eventuali errori in bolletta e avviare le pratiche per la restituzione. Non solo: l’Associazione ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica affinché indaghino per il reato di truffa e appropriazione indebita, chiedendo al tempo stesso il sequestro cautelare delle somme incamerate dai Comuni negli ultimi 5 anni.

Il Codacons, soprattutto, mette a disposizione degli interessati un’istanza di accesso e diffida. Grazie a questo atto, i cittadini potranno chiedere al proprio Comune – tramite posta raccomandata o PEC – di: conoscere i criteri e le modalità di calcolo della tassa rifiuti applicata dal Comune sul proprio territorio al fine di determinare con esattezza il rispetto della normativa vigente e di quanto disposto dal punto 4.2 Allegato 1 DPR nr. 158/1999, così da scongiurare l’ipotesi di un pagamento del tributo in eccesso rispetto al dovuto; provvedere in autotutela al ricalcolo delle somme che dovessero risultare illegittimamente richieste e riscosse e, conseguentemente disporre la ripetizione entro il termine di legge comprensiva di interessi legali dalla data del pagamento della tassa fino alla avvenuta restituzione.

 

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