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Vaccini, terza dose anticipata a 5 mesi: cosa succede (e il Green pass?)

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Per Alessio D’amato, assessore alla sanità regionale del Lazio, è necessario procedere con la somministrazione della terza dose per tutti, anche anticipandone l’iniezione a 5 mesi «come consigliato anche dalla Commissione tedesca sui vaccini STIKO, in maniera tale da poter superare il periodo invernale, maggiormente critico», puntualizza. «È il momento di tenere la guardia alta, ma anche i nervi saldi. Siamo come una autovettura che viaggia oggi in terza marcia l’obiettivo, aumentando i richiami, è quello di scalare verso la seconda marcia, ovvero rallentare la crescita. I nostri tecnici ci dicono che è possibile farlo nelle prossime tre settimane, ma è necessario correre con i richiami tant’è vero che un timido segnale positivo risulta dal calo, dopo diverse settimane, del valore RT».

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Terza dose anticipata a 5 mesi, cosa succede

«Allo stato attuale delle conoscenze appare ipotizzabile che in seguito si possa passare ad una rivaccinazione annuale per garantire una adeguata copertura della popolazione». Così il Gruppo tecnico-scientifico Covid-19 dello Spallanzani di Roma secondo cui ad oggi «sarebbe auspicabile l’estensione dell’obbligo vaccinale che includa le tre dosi ad altre categorie a particolare rischio o a stretto contatto con il pubblico». Per l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’ Amato, ospite nella trasmissione l’Aria che Tira su LA7, «occorre subito procedere con i richiami per tutti, possibilmente anticipando anche a 150 giorni». «Grazie ai vaccini – aggiunge D’Amato – sono stati evitati circa 2 mila decessi nel Lazio negli ultimi sei mesi».

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