Home » News » Vaccino Covid-19 in Italia: quante dosi servono per l’immunità, le reazioni, tutto quello che sappiamo

Vaccino Covid-19 in Italia: quante dosi servono per l’immunità, le reazioni, tutto quello che sappiamo

Pubblicato il
Vaiolo delle scimmie primo caso a cuba è un turista italiano

Vaccino Covid-19 in Italia, ci siamo, si parte oggi. “E’ il giorno che aspettavamo da tempo. La strada è ancora lunga, ma finalmente abbiamo il vaccino” – ha dichiarato il ministro Speranza. Sì, perché questa mattina allo Spallanzani di Roma sono state  somministrate le prime dosi: la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli, alle 7.20 di oggi, domenica 27 dicembre,  sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti-Covid19

Leggi anche: Vaccino Coronavirus: ecco i nomi delle prime persone che saranno vaccinate nel Lazio

Oggi l’Italia si è risveglia. E’ il Vaccine Day. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus” – lo scrive il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su Twitter. 

Ma cosa sappiamo sul vaccino? Quali sono le possibili reazioni avverse? E cosa fare in quel caso? Chi si vaccinerà per primo? Sul sito del Ministero della Salute sono disponibili le Faq, tutte le domande più gettonate sull’argomento con le risposte. 

I vaccini anti-Covid19 sono sicuri?

I vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso il profilo di sicurezza verrà continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione.

Chi si vaccinerà per primo? Quali sono le categorie prioritarie?

Operatori sanitari e sociosanitari. Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. 

Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. 

Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l’età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione. 

Cosa bisogna fare per accedere alla vaccinazione?

Nella prima fase, la vaccinazione sarà riservata ai professionisti sanitari, al personale sanitario e sociosanitario di ospedali e servizi territoriali nonché agli ospiti e al personale dei presidi residenziali per anziani. Tali categorie saranno contattate con chiamata attiva.

Se non rientro nelle categorie prioritarie, quando potrò fare il vaccino?

La campagna di vaccinazione proseguirà a fasi che dipenderanno dalla quantità di vaccini disponibili, dalle indicazioni delle autorizzazioni EMA (European Medicines Agency) per ogni nuovo vaccino e, in ogni caso, riguarderanno nell’ordine le classi di popolazione indicate nel Piano Strategico Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.
Le indicazioni potranno essere aggiornate in base all’evolversi della pandemia e delle conoscenze provenienti dalla ricerca scientifica.e della disponibilità di vaccini.

Al momento queste sono le categorie individuate:

  1. personale sanitario e sociosanitario
  2. ospiti e personale dei presidi residenziali per anziani
  3. persone che hanno dagli 80 anni in su
  4. persone che hanno dai 60 ai 79 anni
  5. persone di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e/o disabilità.

I bambini potranno essere vaccinati?

Comirnaty (Pfizer/Bionthec), il primo vaccino approvato da EMA (European Medicines Agency), non è attualmente raccomandato per i bambini di età inferiore a 16 anni. L’Agenzia europea, così come le altre agenzie internazionali, attendono ulteriori studi per poter autorizzare la vaccinazione sulla popolazione pediatrica.

Chi ha avuto il Covid può vaccinarsi?

Sì, chi ha avuto il COVID-19 potrà essere vaccinato. 

Quante dosi di vaccino servono per l’immunità?

Per quasi tutti i vaccini vicini all’autorizzazione al momento sono previste due dosi a distanza di qualche settimana in base al tipo di vaccino.

Reazioni avverse al vaccino. Chi controlla? E a chi comunicarlo?

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), oltre alle attività di farmacovigilanza normalmente previste per farmaci e vaccini (basate sulle segnalazioni spontanee e sulle reti di farmacovigilanza già presenti), promuoverà l’avvio di alcuni studi indipendenti post-autorizzativi sui vaccini COVID-19.

Le attività di vigilanza riguarderanno sia la raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa (farmacovigilanza passiva) che azioni proattive, attraverso studi/progetti di farmaco-epidemiologia (farmacovigilanza attiva). L’AIFA si è dotata di un Comitato scientifico, che, per tutto il periodo della campagna vaccinale, avrà la funzione di supportare l’Agenzia e i responsabili scientifici dei singoli studi nella fase di impostazione delle attività, nell’analisi complessiva dei dati che saranno raccolti e nell’individuazione di possibili interventi. La finalità è quella di disporre, anche attraverso una rete collaborativa internazionale, della capacità di evidenziare ogni eventuale segnale di rischio e, nel contempo, di confrontare i profili di sicurezza dei diversi vaccini che si renderanno disponibili, di fornire raccomandazioni.

Tutte le altre FAQ si possono consultare qui. 

Impostazioni privacy