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Vini pregiati a prezzi super scontati, ma era tutta una truffa: in manette 9 imprenditori

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Nella giornata di ieri i Carabinieri del NAS, insieme ai Carabinieri di Cuneo e ai Finanzieri del Comando Provinciale di Asti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare per 9 persone (5 arresti domiciliari e 4 con obbligo di dimora) emesse dal GIP del Tribunale di Asti. In tutto sono state effettuate 21 perquisizioni personali e domiciliari in 4 province del Piemonte, a Milano, a Roma e a Brindisi. Le accuse per gli arrestati sono le seguenti: associazione a delinquere, riciclaggio, contraffazione pubblici sigilli, frode nell’esercizio del commercio di bevande, contraffazioni di indicazioni geografiche o denominazioni di origini alimentare, utilizzo/emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e distruzione di scritture contabili. Nello specifico, gli arrestati avevano allestito un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani, organizzato a livello internazionale.

Vini pregiati contraffatti: ecco come operava l’associazione a delinquere

L’attività investigativa ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati, quali componenti di un’associazione a delinquere, attiva dal 2016, operante prevalentemente nel territorio dell’astigiano. Questa era finalizzata alla produzione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari contraffatti. In particolare i vini Tignanello, Sassicaia, Sito Moresco, Amarone della Valpolicella, Valpolicella Superiore Ripasso 2015 ed altri vini pregiati. Tutto ciò avveniva dalla vinificazione all’imbottigliamento e alla successiva commercializzazione, ai danni di prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale come Gaja SS Agricola, Marchesi Antinori SpA, Tenute San Guido SpA, Ornellaia e Massetto società agricola Srl.

I profitti e il maxi sequestro

Il sodalizio criminale, tra il 2016 e il 2018, era riuscito a commercializzare oltre 54.000 bottiglie di vino contraffatto verso il mercato elvetico. Questo fruttato un profitto di circa 932.000 euro, dalla vendita dei vini “pregiati” contraffatti ad un prezzo molto competitivo.

Nelle perquisizioni effettuate nel centro e nord Italia sono state sequestrate 15.000 bottiglie di vino contraffatto, 10.600 etichette, 8393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165.320 capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi aziendali vitivinicoli e oltre 200kg di sostanze vietate in uso enologico (aromi, sciroppi e coloranti) per un valore di rivendita di oltre 200.000 euro.

L’attività in rassegna è stata orientata alla tutela della concorrenza e del sistema imprenditoriale sano, allo stato fortemente provato dalla sensibile contrazione dell’economia dovuta all’attuale emergenza sanitaria, nonchè del Made in Italy agroalimentare e dei consumatori, potenziali destinatari di prodotti privi dei requisiti minimi di qualità e sicurezza.

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