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EMERGENZA DISCARICHE, CONSIGLIO STRAORDINARIO ALLA REGIONE

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Il dibattito del consiglio straordinario sui rifiuti presieduto da Mario Abbruzzese, che si è svolto il 19 ottobre alla Regione Lazio, si è incentrato in particolar modo sulla nomina da parte del Governo del prefetto Pecoraro a commissario straordinario per la chiusura di Malagrotta, dopo che un’ordinanza della presidente Polverini ha individuato Pizzo del Prete – nel territorio di Fiumicino – come sito definitivo del post Malagrotta. Serviranno però 36 mesi per realizzare una piccola discarica di servizio e un sito all’avanguardia per trattamento e tecnologie utilizzate. “Lo strumento commissariale – ha tenuto a precisare l’assessore alle Attività produttive e Politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo – non nasce dall’esigenza di voler lavarsi le mani, non nasce dall’esigenza di prendere la tradizionale scorciatoia e non assumersi responsabilità, ma nasce semplicemente dall’impossibilità di far coincidere le tempistiche fra la sopravvivenza della discarica di Malagrotta e l’allestimento del sito definitivo. Tant’è vero che si arriva al commissariamento straordinario e alla dichiarazione di emergenza per la chiusura di Malagrotta, ma non al commissariamento per quanto riguarda la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti”. Di Paolo ha precisato che il lavoro del prefetto ha coinvolto tre livelli istituzionali: Comune di Roma, Provincia di Roma e Regione Lazio.
Dai banchi dell’opposizione, però, è stata contestata da più parti la procedura che ha portato al commissariamento e al non aver inserito i siti all’interno della proposta di piano rifiuti. Testo che la commissione Ambiente presieduta da Roberto Carlino (Udc) sta attualmente esaminando: “Abbiamo iniziato – ha sottolineato il presidente – con una prima fase di confronto e di audizione con tutti i soggetti istituzionali e con rappresentanze di associazioni e cittadini che hanno mostrato una capacità di suggerimento e di proposta che sarà utilissima”. Il piano rifiuti quindi, a detta di Di Paolo, dovrebbe arrivare in aula “entro la fine di quest’anno”.
“Noi siamo assolutamente inconsapevoli e siamo stati tagliati fuori apposta perché si vuole avviare una politica diversa” ha però contestato Daniela Valentini (Pd) a proposito di commissariamento e mancata discussione sui siti in commissione. “Ridiamo al consiglio la centralità che merita sulla materia” ha reclamato Filiberto Zaratti (Sel) sempre circa il commissariamento. Ivano Peduzzi (Fds) ha parlato di “esproprio di democrazia”. Angelo Bonelli (Verdi) ha contestato l’aggiramento di Vas e Via ed ha evidenziato l’inidoneità tanto dei siti provvisori di Quadro Alto a Riano e di Corcolle a Roma, quanto di quello definitivo di Fiumicino di Pizzo del Prete. E sempre Bonelli, così come Carlo Lucherini (Pd), ha denunciato l’acquisto alcune settimane fa dell’area di Riano da parte di Colari, il consorzio che ha finora gestito Malagrotta. “L’area sarà sottoposta ad esproprio” ha risposto Di Paolo, annunciando una gara pubblica europea per la gestione.
Invocato da numerosi consiglieri di minoranza il coinvolgimento degli enti locali e cittadini, in particolare per la scelta dei siti, nonché – in particolare da Verdi, Lista Bonino Pannella e Federazione della Sinistra – l’approvazione preventiva di una legge quadro. Sollecitato a tal proposito il rapido esame della proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 10 mila cittadini del Lazio. “L’errore della presidente Polverini – ha detto Esterino Montino (Pd) – è stato quello di assumersi responsabilità e adempimenti che riguardavano il Comune di Roma”. Il capogruppo Pd ha sottolineato le responsabilità di Alemanno che hanno mandato in tilt il sistema. “Stiamo andando verso l’emergenza e si cerca una scorciatoia” ha osservato. La proposta di Montino è stata quella che Roma divenga autosufficiente, costringendola a mettere in esercizio l’intero sistema dei rifiuti a partire dalla differenziata per poi passare agli impianti.
Francesco Storace (La Destra) si è rallegrato per la chiusura di Malagrotta, ha chiesto di non strumentalizzare il disagio dei cittadini e di utilizzarlo come spinta a che i siti provvisori non divengano definitivi. Bruno Astorre (Pd), nel dichiarsi contrario alla localizzazione di discariche in provincia di Roma, ha detto che prima di festeggiare bisogna verificare l’effettiva chiusura di Malagrotta. Il capogruppo della Destra ha inoltre invitato le opposizioni ad indicare gli eventuali siti alternativi. Giuseppe Celli (Lista civica) ha risposto proponendo di fare discariche “pubbliche” (soluzione caldeggiata anche dall’Idv Vincenzo Maruccio) con esproprio di aree, ma ha ribadito l’inidoneità dei due siti provvisori. Claudio Bucci (Idv) ha proposto, invece, di rivedere l’analisi che ha portato all’indiduazione delle discariche provvisorie e di individuare i siti assieme ai cittadini avvalendosi di esperti terzi. Documento di analisi che Fabio Nobile (FdS) ha chiesto di ritirare. Di Paolo ha replicato che i criteri di individuazione sono stati rivisti dai tecnici del prefetto e della protezione civile nazionale.
Chiara Colosimo (Pdl) si è invece congratulata per la chiusura di Malagrotta e la tutela così data alla Valle Galeria, zona nella quale si trova la megadiscarica. “Con questo piano rifiuti – ha detto Colosimo, dichiarandosi certa della transitorietà dei siti individuati – andiamo finalmente ad immaginare una strategia, uscendo dal guado delle politiche emergenziali”. Luigi Abate (Lista Polverini) ha evidenziato le difficoltà che grandi città come Roma hanno nell’affrontare la differenziata “porta a porta” e ha proposto sistemi biologici meccanici a ciclo chiuso: “In questo modo le discariche non serviranno più”. Per Antonio Paris (Gruppo Misto) il commissariamento rappresenta una garanzia tanto della chiusura di Malagrotta quanto dell’attivazione dei siti provvisori e di quello definitivo. “Se tutti quanti ci facciamo carico di spiegare che sono dei siti temporanei – ha detto Maurizio Perazzolo (Lista Polverini) – sicuramente non solo risolviamo il problema, ma facciamo del bene alla collettività”. Angelo Miele (Lista Polverini) si è complimentato con la Giunta: “Da gennaio chiudendo Malagrotta e non sapendo dove andare faremo la fine di Napoli”. “Malagrotta chiuderà dopo anni di prese in giro dei cittadini” ha tenuto a sottolineare il capogruppo Pdl Franco Fiorito, che ha visto per la prima volta delle soluzioni concrete alla questione rifiuti con strumenti in campo per il superamento del sistema delle discariche.
Di Paolo nella sua relazione introduttiva aveva sottolineato l’estensione della differenziata operata dal piano, l’aggiunta su questo tema di 105 milioni per il 2011-2013 rispetto ai 35 del triennio Marrazzo, l’incremento dell’impiantisca intermedia (compostaggio, ecocentri, ulteriori cinque impianti di trattamento meccanico biologico). “Il Lazio, con il nuovo piano rifiuti – ha detto l’assessore – potrà vantarsi di essere la prima Regione in Italia, insieme alla Lombardia, ad aver adottato un programma straordinario su prevenzione e riduzione, sul quale programma sono già stati stanziati e disponibili 2 milioni di euro”. L’assessore ha tenuto a precisare che il piano rifiuti non prevede impianti di incenerimento, termovalorizzatori o gassificatori che dir si voglia. E’ un’ipotesi prevista solo nello scenario di controllo, quello destinato ad entrare in azione qualora il piano principale non venisse realizzato, scenario che però deve essere necessariamente inserito in qualsiasi programmazione. “Sul territorio di Fiumicino – ha tenuto a precisare l’assessore – non è previsto nessun inceneritore”. Rocco Berardo (Lista Bonino Pannella) ha però osservato che un inceneritore nel piano c’è ancora: quello di Albano. “Eliminiamo lo scenario di controllo” ha proposto Zaratti.

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