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LAVORO: QUALI SICUREZZE NEI CANTIERI?

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Su 5.904 cantieri ispezionati nel 2010, 2456 non sono risultati a norma, 122 sono stati i sequestri, 3.834 le violazioni rilevate. Sono questi alcuni dati sull’attività di vigilanza svolta dalle 12 Asl nel Lazio, riportati dal dirigente dell’Area Sicurezza nei luoghi di lavoro della Regione Lazio, Maurizio Di Giorgio, in Commissione Sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro. Nel corso dell’audizione che si è svolta oggi alla Pisana con i dirigenti dei dipartimenti di prevenzione e nei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spresal) delle Asl, Di Giorgio ha spiegato che lo sforzo dei servizi ispettivi delle Asl è stato superiore al dovuto nel 2010. Infatti, le Regioni devono garantire controlli sul 5 per cento delle aziende presenti sul territorio e nel Lazio sono state vigilate 12.332 aziende su un totale di 211 mila, vale a dire il 5,84 per cento del totale. Ma se il dato del passato è confortante, i futuri livelli minimi dell’attività di prevenzione e vigilanza sono a rischio, perché il numero dei dipendenti in forza delle dodici Asl del Lazio sta diminuendo pericolosamente a causa del blocco del turn over. Il personale complessivamente impegnato negli Spresal laziali è diminuito del 13,5 per cento negli ultimi tre anni, passando dalle 438 unità del 2009 alle 379 unità del 2011. Di questi, i professionisti con la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria sono passati da 223 a 199, quando secondo gli standard europei dovrebbero essercene almeno 240 (uno ogni 10 mila lavoratori che nel Lazio sono 2 milioni e quattrocentomila). Come è emerso dai numerosi interventi di oggi, lo scenario sul territorio laziale è abbastanza variegato, sia per tipologia di attività produttive sia per esigenze di risorse da parte degli Spresal preposti alle ispezioni, ma nel corso dell’audizione – presenti il presidente della Commissione Luigi Abate (Lista Polverini) e i consiglieri Francesco Dalia (Pd), Fabio Nobile (Fds) e Giulia Rodano (Idv) – è emerso un unico denominatore comune: la necessità di trovare quanto prima una soluzione al problema del personale per poter garantire anche in futuro l’attività di vigilanza, ma anche di prevenzione, informazione e formazione sia dei lavoratori che dei datori di lavoro.

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