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Influenza stagionale, sotto la “soglia basale” ma ancora in agguato

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Se già in passato fossimo abituati a sentir parlare di vaccini con l’avvicinarsi dell’autunno inoltrato,  ora possiamo dire essere diventato il nostro pane quotidiano. Con la pandemia da coronavirus costantemente sulle bocche degli italiani, sempre più cittadini stanno facendo propria importanza della vaccinazione in generale. Infatti, i più recenti sondaggi dicono che oltre la metà degli italiani è pronta a ricevere il vaccino anti-covid.

E dire che fino a non tante settimane fa imperversava la polemica sulla carenza di vaccini per l’influenza invernale, dopo che le istituzioni si erano spese in annunci e campagne pubblicitarie sull’importanza di farlo per evitare eventuali sovrapposizioni con il covid-19. Rimane il fatto che la circolazione del virus tipico della stagione fredda è pressoché nulla.

Il rapporto settimanale InfluNet, ossia la piattaforma di sorveglianza integrata dell’influenza su tutto il territorio nazionale, continua a registrare che l’incidenza delle sindromi simil-influenzali e si mantiene stabilmente sotto la soglia basale. Una drastica riduzione dei casi che non riguarda solo il nostro Stato.

Le tesi scientifiche che cercano di di spiegare il fenomeno sono varie, comunque non ci sono dubbi sull’utilità del distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Ad ogni modo, l’ECDC (il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattia) invita alla cautela nell’esprimere interpretazioni e spiegazioni, anche alla luce delle “interferenze” della pandemia. Indipendentemente da tutto, lo stesso organismo europeo ECDC riconosce che “è insolito che questa stagione abbia un’attività influenzale così bassa”.

Sul contributo dato dalle norme igieniche che abbiamo imparato nell’ultimo anno a mettere in pratica, più o meno volontariamente, si era così espresso Antonino Bella, responsabile di InfluNet, “L’uso di mascherine, il distanziamento sociale e il lavaggio frequente delle mani sono risultate misure efficaci anche per prevenire l’influenza” spiega, aggiungendo che “mai come in questa stagione l’incidenza delle sindromi influenzali è sotto soglia basale”.

Una parte di questo miglioramento si deve anche al maggiore ricorso consapevole agli integratori, sostenuto da una maggiore attenzione per il benessere. Katrine Rubæk di Sundt afferma che: “Porre al centro i problemi del sistema immunitario in un periodo di forti restrizioni della libertà individuale ha portato le masse a porsi il problema del suo rafforzamento, mediante integrazione di vitamina C e D utili anche per l’elasticità vascolare e la salute del sistema scheletrico”.

Come è facile intuire anche in uno scenario prossimo a noi come quello spagnolo, i cambiamenti sono in sostanza gli stessi. L’utilizzo delle mascherine, il distanziamento e il frequente lavaggio delle mani “è qualcosa a cui in Europa non siamo abituati” dice a Euronews Joan Caylà della Società spagnola di Epidemiologia. Tuttavia, aggiunge “nei Paesi asiatici abbiamo visto che sono misure comuni ed efficaci nella lotta a Covid e influenza”.

Ora forse l’aspetto più duro è il mantenimento della guardia alta da parte di tutti, soprattutto finché non ci saranno dati in grado di chiarire se e quanto i vaccini anti-covid siano davvero efficaci con le varianti che vengono identificate via via.

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