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Morto il no-vax Franco Trinca, indagato il medico di base che lo esentò dal vaccino

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Morto il biologo no vax Franco Trinca

Morte del no-vax Franco Trinca, la Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta e ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, il suo medico di base, che lo esentò dal fare il vaccino.

Morte del no-vax Trinca: indagato il medico di base

Franco Trinca, biologo nutrizionista, era convinto che il Covid si potesse curare con gli integratori, farmaci come l’idrossiclorochina, flavonoidi e vitamica C, somministrati a domicilio e non con il vaccino, siero che secondo lui conteneva grafene. Trinca è morto il 4 febbraio all’ospedale di Città di Castello, in provincia di Perugia e ora il suo medico di base ha già iniziato a difendersi dalle accuse che gli sono state poste, dichiarandosi pronto a spiegare di aver agito in maniera corretta.

In un’intervista rilasciata al Corriere dell’Umbria il medico ha spiegato di aver “Rilasciato al dottor Trinca una esenzione in scienza e coscienza e lo rifarei senza dubbio. Di certo non ho emesso quel certificato per le sue posizioni sul vaccino”.

Ma il biologo nutrizionista settantenne a metà gennaio si era ammalato di Covid. Le sue condizioni erano apparse subito gravi, al punto che è stato necessario il ricovero d’urgenza in ospedale, a Perugia, con polmonite bilaterale. Trinca era tra i coordinatori del Movimento ‘Uniti per la libera scelta’. Adesso il suo medico di base tiene a precisare che il certificato è stato fatto non per l’appartenenza di Trinca a quel movimento e per le sue scelte no-vax, spiegando che la certificazione da lui rilasciata “aveva un data di scadenza” e poi “è stata prorogata per due mesi da circolari ministeriali senza una nuova valutazione”.

Il controllo dei NAS dal medico di base

Il medico di base del biologo aveva ricevuto la visita dei Nas: il controllo – come molti altri effettuati negli studi medici in questi periodi – era finalizzato ad accertare la correttezza delle esenzioni vaccinali rilasciate dai medici nella regione Umbria. E nel controllo finì anche l’esenzione di Trinca, saltata all’occhio al momento della morte del biologo. Venne pertanto eseguita l’autopsia sulla salma del biologo e il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, attraverso un comunicato stampa aveva reso noti che “l’accertamento si è reso necessario per comprendere se le situazioni che avevano giustificato l’esenzione fossero effettive e, in caso contrario, se il decesso, eventualmente dipendente da Covid, possa essere ricollegabile all’omessa somministrazione del vaccino”.

 

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