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Terapia in piscina riabilitativa

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La terapia in piscina riabilitativa è uno dei protocolli di riabilitazione più utilizzati in ambito sportivo e ortopedico, con consensi crescenti da parte di comunità medica e pazienti. Negli ultimi 30 anni questo tipo di terapia ha assunto importanza sempre più centrale, andandosi a integrare con i percorsi di recupero già accreditati. La terapia in piscina riabilitativa è comunque conosciuta già nei tempi antichi, nei decenni più recenti però è stata sistematizzata per garantire i migliori risultati per il paziente. Se cerchi una piscina riabilitativa Padova o in altre città, prosegui nella lettura per saperne di più.

Idroterapia: rieducazione post-operatoria e non solo

Che sia in vista di un intervento chirurgico o come sistema per la rieducazione post-operatoria, l’idroterapia è considerata fondamentale da numerosi medici. Nella fase successiva alla desuturazione, sono solitamente sconsigliati gli esercizi tradizionali, considerati un possibile fattore di rischio, la terapia in piscina riabilitativa invece consente di procedere senza rischi di sorta.

Un programma di riabilitazione in piscina non si limita a riproporre pedissequamente gli esercizi che solitamente si svolgono in palestra, ma deve tenere conto di alcuni principi caratteristici dello scenario. Pensiamo ad esempio alla viscosità, alla pressione idrostatica e al galleggiamento. Si tratta di conoscenze che devono far parte del bagaglio del professionista e che servono per offrire le soluzioni migliori al paziente, una volta integrate tra loro e messe in relazione alle problematiche da affrontare.

I vantaggi della terapia in piscina riabilitativa

Questa tipologia di terapia, come abbiamo già detto, non si limita a tradurre in acqua alcune azioni che vengono comunemente svolte a terra, ma si serve di alcune caratteristiche peculiari del contesto per favorire l’azione riabilitativa. Pensiamo ad esempio alla diminuzione della forza di gravità, può apparire scontato ma questo elemento è fondamentale nel processo di recupero. In questo scenario infatti i movimenti risultano più fluidi, naturali e, soprattutto, gravano meno sulle articolazioni. In acqua sono infatti possibili alcuni movimenti che sulla terra sarebbero rischiosi.

I movimenti sono fluidi e costanti, la resistenza dell’acqua infatti non ha punti morti, dunque la tensione muscolare resta uniforme durante l’arco del movimento, questo fattore consente un recupero più rapido e pieno di flessibilità e tono muscolare. Molte persone non sanno nuotare, ma per la terapia in piscina riabilitativa non è fondamentale saperlo fare.

Parliamo di vasche solitamente non superano i 120 centimetri d’altezza e che sono comunque munite di piccoli attrezzi utili a facilitare il galleggiamento. Non c’è niente di cui aver paura, il tutto inoltre si svolge sotto l’occhio vigile di professionisti.

Per quanto riguarda le tempistiche, invece, la rieducazione in acqua va ad articolarsi in un programma che contempla un numero variabile di sedute settimanali, solitamente due o tre, per quanto riguarda la durata complessiva del percorso invece bisogna valutare la situazione del paziente in fase preliminare.

Abbiamo sottolineato alcuni dei pregi della terapia acquatica, ma vogliamo ricordare come il parere del medico sia fondamentale prima di procedere alla fase operativa. Questo tipo di terapia solitamente non è consigliata a pazienti che soffrono di cardiopatie ischemiche, ad esempio, oppure a soggetti colpiti da diabete avanzato.

 

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