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Angelo per una sera: La mia esperienza nei City Angels

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Casacche rosse e grandi sacchi pieni di doni, come tanti Babbi Natale i City Angels ieri sera hanno girato per le principali vie di Roma distribuendo pensierini e generi alimentari a chi ne aveva più bisogno, a chi altrimenti non avrebbe avuto nulla da scartare. L’Associazione City Angels Opera in Italia da due decenni ormai, e nella serata di ieri hanno aperto le porte a chiunque volesse diventare ‘Angelo per una notte’. L’appuntamento era alle 17 presso la stazione Termini, snodo fondamentale di Roma in cui ad ogni angolo si possono vedere persone bisognose di aiuto, di cibo e di coperte durante le notti più fredde. Ma vederli non è poi così facile, come ci ha spiegato Joy, uno degli angeli di Roma. “Molto spesso ci capita di passare vicino a persone in difficoltà e non notarle nemmeno” ci ha spiegato “Non c’è da farsene una colpa, a volte non abbiamo gli strumenti per avvicinare i bisognosi, perchè non sappiamo quali siano le loro necessità e come approcciare a determinate realtà lontane da noi. Queste persone spesso hanno solo bisogno di vedere che c’è qualcuno che si interessa a loro, qualcuno che li veda.” Ma sulla strada ci sono anche dei pericoli, è per questo che i City Angels operano solitamente in gruppi da 5 o da 3 volontari, chiamati ‘Squadre’. Le Squadre sono organizzate con un assetto preciso, per tutelare i volontari e per avere completa visibilità delle zone dove operano. E così anche noi, City Angels Ausiliari nella sera di Natale. siamo stati divisi in gruppi da 5, smistati in modo da essere in Squadra con le persone con più esperienza e abbiamo iniziato il nostro giro per consegnare i doni. L’Associazione non è sostenuta dalle istituzioni, e tutto ciò che è stato e sarà donato alle persone indigenti proviene da privati e volontari. La Squadra alla quale sono stata affidata io ha consegnato dozzine e dozzine di pacchetti con sciarpe, scaldacollo, guanti, cappelli e calze, e dietro di noi, un’altra squadra con i pasti (con e senza carne, nel rispetto delle varie culture e religioni in cui ci si può imbattere sulla strada). E’ sufficiente un grande sorriso ed un “Ciao” per avvicinarsi alle persone ai margini della strada, poi quando dai grossi sacchi venivano tirati fuori i pacchetti colorati erano loro ad avere un grande sorriso, a ringraziare e ricambiare gli auguri che ogni membro della squadra pronunciava senza lesinare abbracci e strette di mano. “Quando le persone che si trovano a dover vivere sulla strada ci vedono ci riconoscono subito, sanno che noi ci interessiamo alle loro condizioni e che possono fidarsi” mi ha spiegato Sole, la mia caposquadra. “Abbiamo sempre bisogno di nuovi volontari, in fondo quello che viene chiesto è un impegno minimo, solo una sera a settimana, ma in quelle poche ore riusciamo ad aiutare molte persone e quello che ti torna indietro è la sensazione di aver fatto qualcosa di importante, ed è una grande emozione.” In effetti ieri mi sono emozionata davvero, soprattutto quando abbiamo raggiunto Enza, un’anziana donna che ha un riparo di cartoni e scatoloni che divide con Antonio, suo marito, davanti la Stazione Termini. “Grazie, mi servivano proprio i guanti! Quanta gente è passata anche oggi per la stazione, eppure è Natale! Le persone dovrebbero stare a casa con la famiglia…Il Natale è la festa dell’amore!” Lo è davvero, la festa dell’amore. E sapere che c’è chi ne ha tanto da riuscire a donarlo in giro per la città a chi ha perso tutto, o non ha mai avuto niente è confortante. 

 

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