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Azzardo in Italia: tra nuovo boom, annose polemiche e innovativi strumenti di tutela

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Un settore controverso, certo, ma anche fulcro di un giro di affari in continua crescita, di importanti entrate per le casse dello Stato e, non ultimo, fonte di occupazione per quasi 100mila lavoratori: stiamo parlando di un’industria tanto contestata quanto dal successo apparentemente inarrestabile, quella del gioco d’azzardo.

I numeri essenziali del mercato del gioco

Lo scorso anno, la somma della raccolta generata da scommesse sportive e giochi di fortuna online è giunta alla cifra record di oltre 96 miliardi di euro. Di questi, una porzione pari all’80% è stata nuovamente distribuita ai giocatori attraverso i premi, mentre sono ben 10,5 i miliardi confluiti nei conti dell’erario.

Lo stop alla pubblicità sull’azzardo

Scommesse sportive, slot machine e altri cosiddetti “casinò game” sono alla base di un business fiorente, vissuto da molti giocatori come un semplice svago e come un modo per sperimentare il brivido della sfida alla sorte. Tuttavia, è impossibile negare che il grave fenomeno delle dipendenze dal gioco d’azzardo sia cresciuto di pari passo con l’espansione del settore e del numero dei giocatori, imponendo l’adozione di nuove misure finalizzate al suo contrasto.

 

Proprio in quest’ottica, all’interno del Decreto Dignità (convertito in legge lo scorso agosto) veniva introdotta una misura volta al blocco di qualunque iniziativa pubblicitaria legata al gioco, sia in relazione ai media tradizionali (televisione, radio, giornali, ecc.) che a quelli digitali.

 

Lo stop alla pubblicità all’azzardo ha riscosso molti consensi, anche considerando le evidenze dell’impatto del marketing sulla crescita dei giocatori patologici, non mancando tuttavia di incontrare le critiche degli operatori del settore, convinti che tra i possibili effetti collaterali della misura via sia anche quello di favorire il gioco clandestino, ponendo, di fatto, offerta legale ed illegale sullo stesso piano. Tra le voci contrarie all’iniziativa occorre citare anche quella dei club sportivi costretti a rinunciare a contratti di sponsorizzazione milionari, come pure quelle delle associazioni che al Governo chiedono misure più incisive per la promozione del gioco responsabile (come ad esempio strumenti di autolimitazione più stringenti) e a supporto di chi già vive un problema con l’azzardo.

Gli italiani e il gioco: tra boom degli appassionati e crescita delle ludopatie

Il boom della passione per il gioco nel Bel Paese è un dato di fatto incontestabile. A maggio, il Cnr di Pisa pubblicava uno studio esaustivo sull’argomento, basandosi sulle rilevazioni statistiche degli istituti Ipsad ed Espad Italia.

 

Nel 2017, ben 17 milioni di italiani con età compresa tra i 15 e i 64 anni, in almeno un’occasione, hanno puntato sull’esito di un match sportivo, tentato la sorte con slot machine e videopoker o semplicemente acquistato un classico gratta e vinci. Si tratta di una quota molto importante, pari al 42,8% delle persone appartenenti alla fascia di popolazione considerata e, soprattutto, di un numero in forte crescita: basti pensare che, nel 2014, i giocatori (occasionali e non) si attestavano attorno ai 10 milioni.

 

Come è logico attendersi, di pari passo con l’aumento dell’offerta e del successo del comparto, anche il numero dei giocatori problematici è purtroppo aumentato. Nel 2010, secondo le stime, gli italiani affetti da disturbo da gioco d’azzardo ammontavano a circa 230mila, mentre lo scorso anno risultavano prossimi a quota 400mila, ovvero quasi raddoppiati.

 

 

Se quello della ludopatia continua a rappresentare un fenomeno dai risvolti drammatici, è soprattutto il dilagare dell’abitudine al gioco tra i più giovani a destare le maggiori preoccupazioni.

 

Nel corso del 2017, sono stati ben 580mila i minorenni protagonisti di una scommessa sportiva o di una puntata ad un casinò game. È interessante sottolineare che di questi, solo 1 su 10 dichiarava di non essere a conoscenza del divieto di accesso al gioco per gli under 18, mentre era solo 1 ragazzo su 4 a dichiarare di aver avuto problemi a giocare per via della propria età.

L’esempio positivo del comparto online

Se le criticità del mondo dell’azzardo continuano ad essere molte e gravi, è giusto sottolineare come sul fronte dell’offerta sviluppatasi sul web i risultati raggiunti nella tutela dei giocatori siano nettamente maggiori.

 

I portali dedicati al betting sportivo e i casinò online nel 2017 registravano una raccolta pari ad 1,38 miliardi di euro, in crescita, su base annuale, del 35%. Tra le ragioni di questo exploit c’è il successo dell’offerta mobile: portali ottimizzati per smartphone e tablet e app sviluppate ad hoc hanno reso pratico e veloce qualunque tipo di scommessa o gioco di fortuna, attirando un pubblico sempre più numeroso.

 

Se il gioco online funziona è in virtù dell’intuitività dei meccanismi, della grande varietà dell’offerta e, infine, degli elevati standard qualitativi e di sicurezza garantiti da tutti i gestori regolarmente autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

Le garanzie sul fronte della trasparenza

Per ottenere il rilascio dell’apposita concessione, le piattaforme per il gioco a distanza devono proporre intrattenimenti equi, offrire ampie garanzie per quanto riguarda la sicurezza dei dati e delle informazioni personali e, soprattutto, promuovere il gioco legale e responsabile. Ad esempio, i casinò online devono fornire accesso immediato a regolamenti di gioco, faqs e informazioni sulle promozioni, puntando a garantire sempre il massimo della trasparenza ai giocatori.

L’accesso interdetto agli under 18

La possibilità di realizzare puntate in denaro sui portali dedicati a betting e gambling online è subordinata all’apertura di un conto di gioco con il gestore scelto. Questo strumento funziona proprio come un qualsiasi altro conto digitale: l’utente può depositare le somme desiderate e, automaticamente, il sistema provvede al prelievo di quanto puntato oppure al versamento di vincite, rimborsi e bonus.

 

Per aprire un conto di gioco occorre completare una procedura di registrazione nel corso della quale, oltre a tutti i dati anagrafici, è fatto obbligo dell’invio di una scansione o comunque di una copia di un documento di identità a scelta. Il concessionario ADM si assume dunque la responsabilità di verificare la veridicità di quanto dichiarato dall’utente, bloccando gli account aperti da soggetti minorenni o da persone che già possiedono un conto su quella piattaforma.

 

Il risultato? Per i minori l’accesso al gioco online risulta tutt’altro che agevole e questa semplice misura fa sì che il numero degli under 18 dediti a scommesse e casinò game sul web rimanga sempre minimo.

La sospensione e il blocco dell’account

Le misure a tutela dei giocatori online non finiscono qui: attraverso gli strumenti di autolimitazione ciascun utente è tenuto a stabilire un limite massimo per le somme puntate settimanalmente e, facoltativamente, può scegliere di impostare simili tetti di spesa anche per le giocate effettuate nell’arco di una giornata o, addirittura, per ogni singola scommessa realizzata.

 

Se per i giocatori che sviluppano un comportamento patologico scegliere di allontanarsi in modo definitivo dal gioco risulta un’impresa assai ardua, va detto che le piattaforme di betting e di gambling online facilitano questo complesso passaggio, permettendo agli utenti di richiedere l’autoesclusione, cioè la sospensione del proprio conto gioco. In pochi click, il giocatore può inibire l’accesso al proprio account, in maniera temporanea oppure definitiva.

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