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Anac: anomalie nelle concessioni balneari di Ostia, soddisfatta LabUr

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L’Anac di Raffaele Cantone ha appena pubblicato sul proprio sito gli atti della delibera del 5 ottobre scorso in cui si denunciano anomalie nella concessione delle spiagge di Ostia.

Gli appalti del X Municipio dunque sono irregolari: per la precisione ci sono problemi nelle commissioni di gara e negli atti richiesti (requisiti di capacità tecnica e professionale dei partecipanti alla gara), ma sopratutto manca l’indicazione della concessione dei servizi connessi alla balneazione sulle spiagge libere e i ricavi per ogni lotto di quest’ultime è sospettosamente esiguo.

1.200 euro in due anni, questa sarebbe la stima per ognuno ed è un dato che “suscita forti perplessità” dato che “la spiaggia libera di Ostia Lido è molto frequentata e si può ipotizzare che, anche per una singola stagione balneare, il ricavo per il solo noleggio degli ombrelloni ed il servizio di somministrazione degli alimenti nei chioschi sulla spiaggia possa ampiamente superare il valore di 1.200 Euro“.

Gli atti della delibera sono ora stati trasmessi alla Procura Generale della Corte dei Conti e alla Procura Generale presso il Tribunale di Roma.

Ad essere soddisfatta dell’azione dell’Anac è l’associazione ostiense LabUr, il laboratorio di urbanistica il cui presidente, l’ingegner Andrea Schiavone, aveva mandato un esposto alla stessa autorità da cui è partita tutta l’indagine. Egli ha denunciato presunte irregolarità nell’affidamento della spiaggia nota per essere stata concessa a Libera (precisamente il lotto n.8, compreso tra gli stabilimenti Bungalow e Bonaccia). L’Anac ha quindi avviato l’istruttoria su quella ed altre spiagge libere connesse, rilevando le anomalie descritte nella suddetta delibera.

Ora LabUr si riserva di proseguire l’azione di denuncia anche nei confronti di chi ha ingannato la fede pubblica fornendo informazioni false e tendenziose” si legge sul sito dell’associazione. Nel frattempo Schiavone, a Radio Colonna, ha attaccato l’ex commissario del X Municipio, Alfonso Sabella, sostenendo che non ha “tutelato l’interesse pubblico” a causa di “mancato controllo”.

 

 

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