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Ostia, la bella vita del generale della Guardia di Finanza tra auto blu e autisti

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Piove un pesante scandalo sul comando della Guardia di Finanza di Ostia, dopo che un servizio de “Le Iene” ha fatto luce sulla bella vita del generale Umberto Di Nuzzo. Il militare negli ultimi tre anni usava impropriamente un’automobile blu con annessi autisti, utilizzando il mezzo anche per questioni legate alla sua vita privata

Le Iene attraverso delle testimonianze di militari interni all’Arma, hanno tracciato l’uso quotidiano che il generale Di Nuzzo faceva uso dell’auto blu. Ogni mattina l’uomo si faceva venire a prendere alle scale della stazione ferroviaria di Lido Nord lontano solo 200 metri da casa sua, per evitare – in maniera molto goffa – di dare nell’occhio su questa pratica illegale. Autisti che erano costretti nella stessa giornata ad accompagnarlo a casa per l’ora di pranzo, riportarlo alla caserma di Via delle Fiamme Gialle nelle prime ore del pomeriggio e poi riaccompagnarlo alla sua dimora alla fine del turno lavorativo.

Un servizio che come hanno dimostrato “Le Iene” non era previsto per il generale Di Nuzzo, in un trattamento che attualmente è riservato solamente per le alte cariche del Paese. 

La testimonianza di questo scandalo arriva da un collega del generale, che alle domande del giornalista Luigi Pelazza svela: “Ogni caserma ha dei veicoli che possono usare rigorosamente tutti per motivi di servizio. Succede però che il generale Umberto Di Nuzzo, che comanda il reparto logistico da tre anni, abbia disposto l’utilizzo esclusivo di una macchina e due autisti solo per lui.

Membri della Guardia di Finanza locale ha stimato un danno erariale vicino ai 200 mila euro per le cattive abitudini del proprio generale, in spese che si palesano nell’affitto dell’automobile e lo stipendio degli autisti. Una situazione denunciata tra la paura, considerato come il potere militare dello stesso Di Nuzzo potrebbe distruggere la carriera di ogni finanziere in quella caserma nonostante i suoi comportamenti scorretti. 

Di Nuzzo dopo le riprese de “Le Iene” si trova davanti alla questione di un grave peculato ai danni dello Stato italiano, con pene che possono andare dai 6 mesi ai 3 anni di carcere per simili comportamenti. 

Colto in flagrante il generale Umberto Di Nuzzo dalla iena Luigi Pelazza, lo stesso militare ai piedi delle scalinate di Lido Nord prova a imbastire una giustificazione attraverso frasi sconclusionate: l’uomo fermato in flagranza di questi atteggiamenti reiterati, da prima ammutolito e infastidito dalla puntigliosità de “Le iene” alla fine ugualmente si allontana – nonostante fosse ripreso dalle telecamere –  con la macchina di servizio in direzione della caserma lidense. 

Serve a nulla l’ammissione del militare riguardo il “non ho diritto a una macchina”, considerato come non si fa scrupoli a utilizzarla lo stesso pochi secondi dopo aver pronunciato queste parole per allontanarsi in direzione di Via delle Fiamme Gialle. 

 

 

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