Home » Cronaca Ostia » Regione Lazio, mattanza sociale per gli operatori alle pulizie dell’ASL Roma 3 e l’Ospedale Grassi è bloccato

Regione Lazio, mattanza sociale per gli operatori alle pulizie dell’ASL Roma 3 e l’Ospedale Grassi è bloccato

Pubblicato il

La questione degli operatori ai servizi di pulizia nell’ASL Roma 3 nella Regione Lazio si presenta come un’imminente bomba a orologeria sociale, tra tagli degli orari lavorativi e gravissime condizioni dei lavoratori che irrimediabilmente andranno a intaccare la qualità offerta da quest’azienda sanitaria laziale sul territorio.

Si torna infatti a parlare dei tagli del 25% dei parametri contrattuali individuali dei lavoratori incaricati al ruolo delle pulizie all’interno dell’Azienda Sanitaria Locale Roma 3, in un contesto che gli stessi dipendenti e le varie sigle sindacali avevano già sollevato sotto la sede centrale di Casal Bernocchi alla fine di febbraio del corrente anno. 

A intervenire oggi è il dott. Giuseppe Conforzi (Segretario Territoriale UIL FPL), che ci spiega le gravissime condizioni in cui versano i dipendenti addetti al servizio di pulizia nei vari locali della ASL Roma 3 e soprattutto quali gravi ripercussioni si stanno palesando per questa situazione.

Lo stesso dottor Giuseppe Conforzi è stato artefice di diverse segnalazioni a riguardo, denunciando questi scenari al dott. Giuseppe Quintavalle (attuale Amministratore Straordinario della ASL Roma 3). Nelle lettere indirizzate anche alla Commissione Presidenza della Regione Lazio e seguite dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Massimiliano Maselli, il Segretario Territoriale della UIL FPL denuncia l’eredità lasciata dalla gestione dal dott. Vitaliano De Salazar e i numerosi problemi in cui sono incorsi senza responsabilità centinaia di addetti alle pulizie della nota azienda sanitaria laziale. 

1

Immagine 1 di 6

Nel tecnico il decurtamento del 25% dei parametri contrattuali consiste nella diminuzione delle ore lavorative settimanali per ogni addetto a questa mansione, in un dato che influisce conseguentemente anche sullo stipendio mensile di queste persone. Parliamo di stipendi mensili tra i 500/600 euro, che di colpo negli ultimi mesi sono arrivati a toccare i 375 euro. Mensilità che oggi vanno a toccare tutti gli operatori dell’area in maniera vergognosa e che non tengono conto dei rischi professionali nel quale possono incorrere queste persone, gettando nello sconforto soprattutto quelle tante donne e uomini che con quei soldi devono mantenerci una famiglia e i propri figli

Decurtazioni che ovviamente vanno a influire anche sull’efficacia e la qualità del servizio sanitario locale, con un simile contesto che non garantisce i giusti parametri di pulizia e igienizzazione nei vari reparti dell’ASL Roma 3. Tutto questo accade mentre oggi in ogni reparto romano e laziale si combatte contro l’epidemia di Coronavirus, in una condizione che dovrebbe invogliare l’azienda sanitaria e la Regione Lazio a tenere alta la guardia sulla pulizia delle proprie sale sanitarie per evitare un rischio contagi come negli ospedali del Nord Italia.

Un chiaro esempio di questo scenario lo troviamo nell’attuale attività dell’Ospedale G. B. Grassi di Ostia, attualmente bloccato e attivo solo sulle determinati casi di urgenza. Un distretto sanitario dove al momento non è possibile nemmeno prenotare una seduta per risolvere la cateratta, in una situazione altamente imbarazzante per un polo medico che dovrebbe essere di riferimento per lo stesso territorio del X Municipio (Ostia in primis), il Comune di Fiumicino e la vicina Torvaianica.

 

Impostazioni privacy