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Europa, dopo il Covid arriva la ‘peste suina’: grave minaccia per le carni Made in Italy

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peste suina torna l'incubo per allevatori e agricoltori romani

Tra le epidemie che preoccupano l’Europa non c’è solo quella del Covid-19. In Germania sono stati scoperti diversi focolai di peste suina che stanno preoccupano gli allevatori Italiani. I maiali tedeschi, infatti, sono esportati in di verse nazioni e tra queste c’è anche l’Italia.

Blocco delle importazioni

La Cina ha già disposto il blocco delle importazioni di suini vivi provenienti dalla Germania. Ora gli allevatori italiani chiedono al Governo la stessa cosa. 

“Con il diffondersi di casi di peste suina in Germania – spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti – è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti nazionali. C’è molta preoccupazione tra gli allevatori italiani per la peste suina africana (Psa) che si sta diffondendo in diverse parti della Germania e che può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani”.

Grave minaccia per le carni Made in Italy

La ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, ha spiegato alla Camera che una parte importante del Made in Italy agroalimentare “è minacciato da questa malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, con livelli di mortalità del 100% nelle popolazioni colpite”.
“Esiste infatti un alto rischio di introduzione della PSA ‘per contiguità’ – prosegue Bellanova – dal momento che il fronte endemico rappresentato dalle popolazioni di cinghiali infette si sta progressivamente spostando da Est ad Ovest”.
“Le particolari condizioni di allevamento del suino, la continuità delle popolazioni di cinghiali e il cosiddetto fattore umano hanno rapidamente veicolato l’infezione dalla Federazione Russa all’Ucraina, alla Bielorussia, fino ad arrivare in Polonia, Romania e Slovacchia, Belgio e, da ultimo, in Germania. Nonostante l’ingente dispiegamento di forze – conclude la ministra – non si è ancora riusciti a mettere sotto controllo la diffusione della malattia”.

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