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IL COMITATO “DIMENSIONE DISABILI” CONVOCA POLITICI E SINDACALISTI SU QUESTIONE TARIFFE

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Ha radunato  rappresentanti politici locali, sindacalisti e persone comuni il Comitato Dimensione Disabili, che ieri pomeriggio ha organizzato un convegno dal titolo “ Aiutamioci a difenderci”. L’obiettivo dell’iniziativa che arriva dopo le proteste dei disabili per bloccare le tariffe per l’assistenza domiciliare attiene all’opera di sensibilizzazione.

“Chiediamo ai partiti politici di prendere degli impegni, di fare programmi, di farci delle promesse che possono tutelare i nostri interessi”  – così ha voluto aprire il suo discorso Nicola Vannini delegato del Comitato –  “la vicenda è  nota a tutti, in sintesi costi insostenibili per avere l’assistenza domiciliare, disattenzione per le reali esigenze mediche delle persone coinvolte, molta troppa attenzione invece  è stata puntata verso all’aspetto economico.”

Insieme a Vannini anche Francesca Bassani delegata – Comitato Dimensione Disabili e Mario Pompeo – Associazione Naz. Mutilata Invalidi Civili hanno puntato l’accento sulle anomalie rispetto ai conteggi applicati dal Comune di Pomezia.

“dopo aver ricevuto dal comune importi astronomici retroattivi per tutto il 2012, dopo che i comuni (quello di Pomezia è capolista), le Province, lo Stato cercano di annullare giorno dopo giorno tutte le conquiste sociali che si  sono ottenute nel corso degli anni… noi abbiamo deciso di difenderci.”

 

Non sono sati adottati i giusti criteri per scegliere chi dovrebbe avere più bisogno gli aspetti medici e ad esempio non sono stati presi minimamente in esame. potrà sembrare un controsenso, ma un altro aspetto assurdo è quello dei redditi di riferimento, che contrasta rispetto alle leggi  ma anche rispetto al buon senso. ad esempio per i conteggi che si fanno a Pomezia un disabile che vive in condizioni economiche  discrete e che può permettersi di vivere solo nella sua casa pagherà meno di uno che economicamente non ha niente e quindi dovrà essere ospitato dai suoi parenti (il conteggio viene fatto su tutto il nucleo famigliare).

L’analisi è stata avallata dall’ingegner Luca Mezzadri, Prof. Università La Sapienza, che ha spiegato l’errata interpretazione della legge del 22 dicembre 2011 n. 214 (nota come manovra salva Italia) in riguardo al pagamento dell’assistenza domiciliare.

Le famiglie dei disabili in occasione del convegno hanno chiesto apertamente alla classe politica presente uno sforzo  al fine di applicare la giusta norma.

Risposta quanto mai fuori luogo e in ritardo è arrivata  dal Pd con l’intervento di Marco Mesturini, che in sintesi ha spiegato che non era nelle loro intenzioni votare una delibera che richiedeva una somma così alta ai cittadini. Primo motivo perché non era indicato l’importo, secondo perché la situazione non era chiara poiché vi era un riferimento che non avevano sottomano la delibera del 2003.

Luigi Celori ancora non ufficialmente candidato a Sindaco di Pomezia si è lanciato con parole di aiuto,  che potrebbe dare alle persone con handicap, dell’assurdità di questa richiesta di ciò che ha fatto lui in passato per la categoria e come si impegnerà a fare per la città.

Anche Egidio Filippone PSI, ha puntato con il suo intervento sulla dignità e la sensibilità che bisogna avere nella nostra società, denunciando anche l’assurdità di pagare 18,25 euro ora.

Maria Corrao Alternativa per la Città, che ha seguito in passato le proteste dei disabili ha affermato invece che oltre a risolvere il problema delle tariffe occorre creare una dimensione comunale  a portata di tutti. “Non bisogna andare sotto il Comune per protestare, ma bisogna entrare nel Comune, prendere posto, parlare e essere ascoltati”.

Presente anche il  Movimento 5 Stelle con Veronica Filippone, la quale si  occupa dei servizi sociali e ha  denunciato una mancata sensibilità dei politici.

Anche i rappresentati sindacali hanno presenziato all’incontro e parlato della richiesta economica fatta dal Comune di Pomezia. In più hanno denunciato che la delibera del 2012 non è stata con loro concordata. Il loro consiglio è quello di creare un’associazione in modo da avere un peso anche istituzionale e proseguire con queste e altre richieste necessarie.

Francesca Poddesu

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