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Il video appello di 40 mamme italiane, da nord a sud: «La disabilità non è un’emergenza che finisce, i nostri figli restano sempre ultimi: #maipiùindietro»

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Non essere lasciate mai più indietro. È solo questo che vorrebbero, le mamme che hanno girato il video-appello che in questi giorni sta girando sul web. Non per loro, ma per i loro figli speciali. 

L’iniziativa è nata da un gruppo di madri, oltre 40, di tutta Italia, che hanno deciso di mandare un messaggio per ricordare che la disabilità esisteva anche prima del Coronavirus e continuerà ad esistere anche dopo. Quella normalità che per loro, mamme di bimbi speciali, è fatta di tante fatiche quotidiane, di sfide, di lotte, spesso contro la burocrazia o l’ignoranza.

“Siamo le tue amiche, le tue colleghe, le tue vicine di casa. Siamo mamme come tante, ma di bambini speciali, e viviamo una sfida che forse non conosci. Per noi la vita non è cambiata il 4 marzo, per noi la fatica non finirà quando sconfiggeremo il virus, perché quando la disabilità tocca una famiglia lo fa per sempre”, dicono infatti le mamme nella parte iniziale del video. Sono donne di ogni parte d’Italia, da nord a sud, hanno fatto conoscenza attraverso i social network, si sono unite per questa iniziativa, dove ci “mettono la faccia”, ma anche il proprio nome, quello del proprio figlio e della propria città.

Il video è stato ideato e realizzato da Arianna Bertoli, Alessandra Brandi e Morena Manfreda. “Noi siamo la voce nei nostri figli, sempre lasciati per ultimi ma adesso magicamente spariti. Come se potessimo delegare a una babysitter il lavoro di un’insegnante, o se avessimo tutte il privilegio di non dover lavorare. Dopo una crisi si può ricostruire, quindi ripartiamo dall’infanzia e dalla disabilità. La Costituzione, nell’articolo 3, recita che i cittadini sono tutti uguali, hanno pari dignità, lo Stato rimuove gli ostacoli che impediscono la partecipazione: è a queste parole che ci appelliamo. Vogliamo parlare di scuola, formazione, terapia mirate e diversificate. Quando ripartiremo, ricordati di chi è rimasto indietro, di noi amiche e colleghe, vicine di casa. Noi non ci arrendiamo, noi la paura la prendiamo a morsi, la dignità è un diritto e i diritti sono la nostra e la vostra vita”.

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