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Piano anti-Zingaretti per tornare al voto regionale? Intanto arriva la “convergenza” con la Raggi

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Un piano anti-Zingaretti per far cadere l’appena riconfermato governatore della Regione Lazio e tornare rapidamente al voto, a soli 10 giorni dal 4 marzo. È questa l’indiscrezione riportata oggi da Il Messaggero. I cospiratori? Tutta l’opposizione in consiglio regionale, che vista la vittoria risicata del centro-sinistra (33% contro il 31% di Parisi), possiede complessivamente un consigliere in più della “maggioranza”. 26 contro 25. Ma intanto Zingaretti ha incontrato la Raggi per discutere di una “convergenza sui temi”.

UN PIANO ANTI-ZINGARETTI?

Un Marino 2.0. Esattamente come accadde per l’ex sindaco di Roma, i consiglieri regionali potrebbero dimettersi in massa per far cadere la giunta. Stavolta, però, non servirebbe nemmeno la coltellata giudaica della maggioranza, perché quella del centro-sinistra nei fatti lo è solo relativamente.

Lo sprint dell’iniziativa partirebbe da Sergio Pirozzi, l’ex sindaco di Amatrice, con la copertura politica di Salvini e della Lega. Ci sarebbero contatti con gli altri gruppi dell’opposizione: il centro-destra di Parisi e i grillini di Roberta Lombardi. Il Messaggero dice che fonti provenienti da entrambi questi schieramenti confermano e sostengono che i gruppi ci stanno pensando.

Ma per far cadere Zingaretti potrebbe bastare anche una classica mozione di sfiducia in Consiglio, per la quale, tuttavia, i tempi sarebbero leggermente più lunghi (prima bisognerebbe far partire la nuova amministrazione regionali, eleggendo presidenze e commissioni).

 

La tentazione è forte: le elezioni si svolgerebbero entro 60 giorni dalla caduta di Zingaretti che, visti i 2 mandati, non si potrebbe ripresentare. Senza di lui e visto il caos attuale nel centro-sinistra dopo la batosta delle elezioni nazionali, il risultato sarebbe imprevedibile.

Le contro-indicazioni? Lo stipendio da 7.000 euro al mese per i consiglieri regionali, alcuni dei quali potrebbero non essere riconfermati. Un motivo per prendere tempo. 

LA CONVERGENZA ZINGARETTI-RAGGI

Nel frattempo Zingaretti si muove su due direttrici: provare a trovare una convergenza su quattro macro temi con qualcuno dell’opposizione (sanità, rifiuti, trasporti, sociale), oppure mollare, magari provando a scalare quel PD, alla cui segreteria ha annunciato di voler concorrere.

Stamattina il governatore ha incontrato la sindaca di Roma Virginia Raggi in Campidoglio per parlare di rifiuti, trasporti, urbanistica e sviluppo urbano.

La Raggi ha dichiarato: “Abbiamo parlato prevalentemente di ambiente, ciclo dei rifiuti, trasporti, urbanistica e di sviluppo urbano, temi su cui possiamo trovare delle convergenze tematiche che ritengo possano essere utili tanto alla città di Roma quanto la Regione Lazio. Tra i temi trattati, su cui lavoreremo da subito, c’è anche quello sulle tre ferrovie ex concesse, Roma-Lido, Roma-Viterbo e Roma-Giardinetti. Si parte da subito lavorando con le nostre le nostre segreterie e i tecnici a partire gia’ dal prossimo mese“. 

Zingaretti ha invece sottolineato che si è creata un’ottima sinergia nella volontà di provare a farlo insieme per superare i rischi di immobilismo oppure di un confronto che blocchi dossier”.

Ed ha aggiunto che bisogna “lavorare insieme per risolvere i problemi dei cittadini: su questo, mi permetto di sottolineare, c’è un’assoluta e vera convergenza. Per questo è stato un primo incontro, lavoreremo appena ci sarà l’amministrazione regionale a darci anche degli strumenti molto operativi e quotidiani affinchè su questi temi ci sia la massima collaborazione“.

La convergenza sembra esserci in particolare su un nuovo modello di gestione dei rifiuti, moderno e fondato sul riciclo, per risolvere la situazione disastrosa della Capitale.

Infine, spiega il governatore: “Insieme abbiamo detto che lavoreremo su alcune di quelle crisi aziendali che si stanno riproponendo come quella di Seat Pagine Gialle e Askanews che vede sia l’amministrazione comunale che l’amministrazione regionale, quindi le istituzioni territoriali, molto vicine“. 

Una prova di dialogo replicabile in consiglio regionale per scongiurare nuove elezioni? Difficile, ma nulla è da escludere a priori.

 

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